Gio. Ago 8th, 2024

Intercettazioni decisive per ricostruire i ruoli

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«All’esito dell’istruttoria dibattimentale il Tribunale ha riconosciuto la sussistenza della compagine associativa dedita al narcotraffico di cocaina importata dal Sud America, riconoscendo intranei gli imputati Santo Maffei, Maria Muzzolini, Walter Ferraro e Massimo Cesaria». È quanto scrivono i giudici del collegio penale di piazza Fortugno nelle motivazioni della sentenza del processo scaturito dall’operazione antidroga “Villeneuve”, che si è concluso con 7 condanne e 2 assoluzioni per un totale di circa 50 anni di reclusione.

L’indagine “Villeneuve” è scaturita dall’operazione antidroga eseguita dagli investigatori del Gico e del Goa del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza coordinati dalla Procura di Reggio, ed ha riguardato decine di indagati, molti dei quali sono stati già giudicati con il rito abbreviato.

In dibattimento sono andati 9 imputati, per i quali l’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Giovanni Calamita, aveva concluso con la richiesta di 8 condanne e un’assoluzione.

Il Tribunale di Locri (presidente Annalisa Natale, a latere Vanessa Manni e Cristina Foti), in sintesi, è giunto alle seguenti conclusioni rispetto ai singoli imputati, ad iniziare da Santo Maffei (condannato a 14 anni), nei confronti del quale è stato riconosciuto «un ruolo verticistico in seno all’associazione». Per quanto riguarda Maria Muzzolini (6 anni e 9 mesi) i giudici richiamano l’attenzione su «numerosissime intercettazioni che consentono di apprezzarne il ruolo fattivo, di collegamento tra i vari sodali». Nell’ambito dell’asserita associazione «si è potuto apprezzare il ruolo di primaria importanza dell’imputato Walter Ferraro (13 anni 8 mesi) che, pur facendo il suo ingresso in un momento successivo, ha comunque assunto una posizione di spicco». Ultimo degli imputati riconosciuti intranei all’associazione è Massimo Cesaria (7 anni), per il quale «è stato possibile apprezzare dalle numerose intercettazioni di cui in perizia il concreto apporto fornito al gruppo criminale».

Per quanto concerne Gaetano Sangiorgio (3 anni), al quale viene contestato il ruolo di traduttore dalla lingua spagnola, «appare consapevole del contenuto di dette negoziazioni». Quanto a Carmelo Maviglia il Tribunale lo ha assolto dalle imputazioni a lui contestate «non essendo stata raggiunta la prova del suo ruolo, per come ipotizzato dall’accusa, di finanziatore del Lisotti e del Maffei, quale anello di congiunzione tra il primo e le cosche di Africo e San Luca».

Per Teodoro Barbetta (4 anni 2 mesi) la responsabilità penale è emersa, in particolare, con riferimento a due vicende relative ad altrettanti sequestri di droga, pari a 34 e 175 grammi di cocaina.

Anche per Alessio Macrì, difeso dall’avvocato Francesco Febbraio, non sono emersi rapporti significativi con tutti gli altri coimputati, tant’è che è stato assolto.

Infine, per quanto riguarda Francesco Posca (4 anni), difeso dall’avvocato Giuseppe Spadaro, il collegio ha rilevato una «condotta positiva» consistita «nel versamento di denaro» che sarebbe stato destinato in una circostanza «quale anticipo del prezzo dello stupefacente» che, dal capo di imputazione, non risulta materialmente consegnato agli acquirenti.

FONTE GAZZETTA DEL SUD

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