Magorno e Guglielmelli: «La notizia non ci sorprende. Certi che la magistratura andrà fino in fondo», Cosenza popolare: «Dall’inchiesta emergono dati sconcertanti». Mazzuca (Pse): «Per anni abbiamo denunciato in solitudine».
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«La notizia della perquisizione da parte della Guardia di finanza negli uffici del Comune di Cosenza nell’ambito di un’inchiesta in merito a presunte “ditte amiche” a Palazzo dei Bruzi, non ci sorprende». Lo affermano, in una nota, Ernesto Magorno, deputato del Pd e segretario regionale del partito, e Luigi Guglielmelli, segretario provinciale. «La situazione del Comune cosentino – proseguono – è stata anche oggetto di una nostra interrogazione parlamentare che è rimasta fin qui senza risposta. Siamo certi che la magistratura e le forze di polizia andranno fino in fondo con le indagini. Siamo anche sicuri che i cittadini terranno conto nel voto per le prossime elezioni amministrative di quanto sta succedendo a palazzo dei Bruzi e volteranno pagina».
«Gli avvenimenti di stamane inerenti il Comune di Cosenza impongono una profonda e seria riflessione. Lo stato di difficoltà politica dell’amministrazione uscente era a tutti noto, ma sinceramente non potevamo ipotizzare che si arrivasse a contestare al “cerchio magico” dell’ex sindaco e ai suoi strettissimi collaboratori il reato di abuso in atti d’ufficio e corruzione, con relative perquisizioni presso il Comune e le abitazioni dei dirigenti e degli imprenditori coinvolti nell’inchiesta». È la lista Cosenza popolare, che fa riferimento alle posizioni dei fratelli Gentile, a scagliare l’affondo nei confronti di Occhiuto e dei suoi dirigenti.
«Il dato che emerge – si legge in una nota – è sconcertante, si parla di assegnazioni di lavori per svariati milioni di euro, affidati senza alcuna gara d’appalto e ripartiti con metodo corruttivo tra le varie imprese locali, tutte collegate strettamente all’amministrazione comunale uscente». Un riassunto efficace delle contestazioni mosse dalla Procura a dirigenti e imprenditori per aver frazionato i lavori per evitare di ricorrere alle forche caudine di una gara d’appalto.
«Avevamo già detto tempo fa – continua la nota – che le elezioni comunali in questo clima non sarebbero state né legittime né democratiche. Ciò nonostante, gli stessi personaggi “chiacchierati” da mesi si sono tutti inseriti nella competizione elettorale, creando turbamento e sconcerto nella pubblica opinione.
Se un consiglio possiamo dare all’ex sindaco, in tutta sincerità e senza strumentalizzazione alcuna, è che in casi così drammatici al fine di poter dimostrare la propria correttezza non c’è altra via che fare un passo indietro e lasciare alla magistratura ed agli inquirenti di fare il proprio lavoro con serenità e rispetto istituzionale».
MAZZUCA: DENUNCIAVAMO IN SOLITUDINE I Gentile, in questa competizione elettorale, sono alleati con Enzo Paolini, leader del Pse. E da Giuseppe Mazzuca, consigliere comunale uscente (e non ricandidato) che coordina la campagna elettorale dell’avvocato cosentino, arrivano parole amare dopo il blitz della Finanza in Comune: «Quando noi abbiamo denunciato quello che sta accadendo in questi giorni abbiamo subito di tutto: intimidazioni personali, incendi delle sedi e minacce. Oggi che quello che doveva accadere è accaduto sono di nuovo tutti moralisti e pronti a saltare sul carro del vincitore. Per fortuna c’è la storia personale e politica che parla per ognuno di noi ed i cittadini hanno memoria sufficiente per ricordarsi chi ha pagato caro le battaglie svolte in solitudine in difesa dei diritti e della legalità». E il riferimento, ovviamente, non è agli alleati gentiliani.