Lun. Ago 19th, 2024

Una complessa indagine svela il supporto logistico che ha permesso al narcotrafficante di sfuggire alla cattura per oltre un anno, culminando con il suo arresto a Rose grazie all’operato congiunto dei carabinieri di Cosenza e Reggio Calabria.

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La lotta al narcotraffico nel Cosentino ha segnato un punto di svolta con l’arresto di Francesco Strangio, noto pregiudicato reggino, che per oltre un anno è riuscito a sottrarsi alla giustizia grazie a una fitta rete criminale. Questa organizzazione, radicata nell’hinterland cosentino e profondamente coinvolta nel traffico di stupefacenti, ha fornito a Strangio il supporto necessario per proseguire la sua latitanza, eludendo le autorità fino al febbraio 2019, quando è stato finalmente catturato in un appartamento a Rose.

Chi è Francesco Strangio

Francesco Strangio, nato a Locri il 10 luglio 1980, era ricercato dal 17 gennaio 2018, in seguito a un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria. Doveva scontare una condanna a 14 anni per traffico di sostanze stupefacenti e altri reati. La sua latitanza si è conclusa il 14 febbraio 2019, quando i carabinieri dei Comandi Provinciali di Cosenza e Reggio Calabria lo hanno arrestato in una piccola palazzina situata in contrada Petraro a Rose.

L’indagine e la rete di protezione

Le indagini che hanno condotto all’arresto di Strangio hanno svelato una rete criminale altamente organizzata, legata al sodalizio capeggiato da Michele Di Puppo. Questo gruppo criminale ha dimostrato un livello elevato di coordinamento e complicità, collaborando con altre organizzazioni del territorio per proteggere Strangio e garantire la sua latitanza. La stretta connessione tra questi gruppi è emersa attraverso vari sequestri e operazioni condotte dalle forze dell’ordine.

Gli episodi chiave e i collegamenti criminali

Tra gli episodi più rilevanti c’è la perquisizione del 16 settembre 2018 a carico di Natale Ruà, che ha portato al sequestro di droga e oggetti collegati direttamente a Strangio. Nonostante la fuga di alcuni sospetti, le prove raccolte, tra cui telefoni cellulari e documenti riconducibili a Giuseppe Trimboli, hanno evidenziato ulteriori connessioni con la rete criminale.

Ulteriori perquisizioni, tra cui quella del 19 novembre 2018, hanno portato al sequestro di cocaina e marijuana, confermando il coinvolgimento di Strangio in operazioni di spaccio e il suo legame con una piantagione di marijuana precedentemente sequestrata.

L’arresto e il materiale sequestrato

Il 15 febbraio 2019 è stata la data cruciale: Strangio è stato arrestato dai carabinieri a Rose. La successiva perquisizione nell’appartamento ha rivelato un ingente quantitativo di cocaina, una carta d’identità rubata e altri oggetti che dimostrano la meticolosità con cui la rete criminale operava per mantenere la sua latitanza. Tra i materiali sequestrati vi erano involucri contenenti oltre un chilo di cocaina e strumenti utilizzati per il confezionamento della droga.

Le rivelazioni dei collaboratori

Le indagini hanno inoltre beneficiato delle dichiarazioni di alcune persone vicine a Strangio, tra cui un dentista che lo aveva visitato sotto falso nome. Questo medico ha fornito dettagli cruciali sugli spostamenti del latitante, confermati poi da altre testimonianze, che hanno contribuito a inchiodare Strangio e i suoi collaboratori.

L’arresto di Francesco Strangio rappresenta un successo significativo nella lotta al narcotraffico nel Cosentino, evidenziando la complessità delle operazioni necessarie per contrastare le organizzazioni criminali radicate sul territorio.

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