Mar. Lug 16th, 2024

C’è da non crederci, epperò tutto è vero, drammaticamente vero, quasi al limite del parossistico inverosimile: ma quel che resta, a Catanzaro, di una certa schiatta di (presunti?) politici, si rende conto che è come se ballasse sula tolda del Titanic, in procinto di affondare?

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Ovviamente no, anche perché la gran parte non è adusa alla mia materia -e se per questo, più credibilmente, a quella che più del sottoscritto (sebbene io, da giovanissimo con loro), la praticavano Carmelo Pujia, Agazio Loiero, Mario Tassone, Angelo Donato, Vito Napoli, Rosario Chiriano, Guido Rhodio, Totò Galati, Donato Veraldi, Marcello Furriolo, Franco Fiorita (da non confondersi con il figlio!) e Franco Cimino, ed ancora prima, Ernesto Pucci, Tommaso Spasari, Fausto Bisantis, Elio Tiriolo, Guido Mantella e Ciccio Bova- mentre adesso ci troviamo con chi? Beh…lasciamo perdere, Mater Dei Gratia Plena, in quanto se dovessimo elencarli tutti, oppure anche qualcuno dei soggetti contemporanei, la tal cosa equivarrebbe ad una bestemmia in Chiesa o ad un satanista innanzi alla croce.

Ecco, ormai, viviamo, sui tre colli, al pari “di come d’autunno sugli alberi le foglie“ avrebbe detto Giuseppe Ungaretti, ma in tal caso siamo a raffigurare il triste epilogo di una Città, che è simbolo di storia, umanità, accoglienza, generosità, interclassismo ed aristocrazia – quest’ultima, quella vera, l’unica e sola, che ha la Calabria tutta.

Epperò, viene persino l’idea di trovarsi faccia a faccia con i versi di una canzone di Pino Daniele, la quale seppur scritta per Napoli, togliendo il riferimento localistico originale, potrebbe essere d’uopo e calzante -Dio solo sa, quanto, purtroppo – proprio a Catanzaro, quando cioè solfeggia le strofe:”… è na carta spuorca e nisciuno se n’impuorta”!

No, non lo posso accettare, ma chi mi ascolta? Suvvia, una parte di costoro, acquattati nelle sale di Palazzo de` Nobili (un tempo Santa Chiara), non lo farebbe mai, perché invece di comprendere, preferisce insolentire me, che con disinteresse faccio politica -e sono la politica!- anzi tento di difendere una Città, la quale mi ha accolto con amore, restituendole, da par mio, altrettanto amore, con devozione e riconoscenza.

Ma ci si rende conto, come e quanto in basso siamo caduti, al di là delle cautele che ora non intendo più avere sotto l’aspetto delle querele temerarie -me ne strasbatto tra le gambe e ‘picchio’ pure: mo’ (nulla a che vedere con slogan elettoralistici!) sono veramente infuriato, con similtali avventisti, i quali minacciano, proprio me che non mi impressiono di niente e nessuno!- però qualcuno comprende il distatro a cui hanno portato questa cara, vecchia, Catanzaro, tutti costoro o la gran parte di essi? 

E chi la rappresenta? Facciamo nomi e cognomi? Massì facciamoli pure: Fiorita? Brava persona, fino a prova del contrario, che però giorno per giorno diviene sempre più evidentemente smentita, anzi assume essa stessa prova diversamente percepibile (rispetto alle positivistiche valutazioni?) e vai a vedere se è solo per la sua (di Fiorita!) debolezza rispetto agli eventi, oppure per forma di insito carattere.

Ciò premesso, mi sorprende che lui possa essere così, ma così è sempre stato, evidentemente?

Difatti, lo ricordo come un caro amico appunto, ma forse, proprio perché tale, avrei dovuto riconoscere che non è cosa propriamente della sua persona, l’arte del governo e della politica, pur se ho sperato e con lui -meglio ancora per lui!- ho sbagliato!

Lo dico apertamente, chiedendo scusa ad un’intera municipalità, tanto per dimostrare e chiarire come io non è vero che il sottoscritto non sia umile, anzi, è l’esatto contrario: quando sbaglio (magari raramente?) lo ammetto e faccio ammenda. Se si vuol confondere per facile e strumentale falsa narrazione l’umiltà che ho, con l’essere debole che non sono, beh…poi è tutta un’altra cosa.

Già, per tornare a Nicola, devo dirlo con franchezza, l’errore è stato grande. In più, non ho difficoltà alcuna ad affermare come io mi sia persino ‘fatto prendere la mano’, non solo dai miei sentimenti di amicizia (i miei si, veri!), ma anche in virtù di una forte opera di convincimento, esercitata presso di me, da altre due persone a cui tengo, tanto, tantissimo, da sempre: 1)Franco Cimino, il quale è stato per molto anni mio Segretario Provinciale di Partito (cioè la DC, ovviamente), nel mentre perorava le ‘potenziali magnificenze’ , di costui che avrei dovuto ben sapere, non essere aduso non solo a governare spicci episodi, bensì e nemmeno o giammai a immaginare prospettiche visioni, essenziali in politica (De Gasperi, Moro, Fanfani, Taviani, Rumor, Andreotti, Forlani, Colombo, Cossiga, Piccoli, De Mita, Goria, Misasi, Antoniozzi e Craxi docet!); 2)Jasmine Cristallo, ‘pasionaria’ di una sinistra a me lontana, ma pur sempre una che fa politica, è politica, ed in più potrebbe essere senza infingimento alcuno tra i miei grandi ‘amori’ (Patti chiari: amo mia moglie, sconfinatamente, la quale non cambierei con nessuna al mondo, ma se fossi sposato con Jasmine, io e lei -con buonapace di qualche ‘azzeccagarbugli di provincia e provinciale- dicevo entrambi formeremmo un’unione, più credibile di quella tra Francesco Boccia e Nunzia De Girolamo).

Ordunque, non menzionerò alcun loro stato d’animo (quindi non dico se pure essi sono del mio stesso avviso o meno), così come non riportero`quello di altrui persone -che a ben donde hanno da rimuginare verso costui, cioè il ‘sindacus sorridens’ (ma poi ridi di cosa?)- semmai torno a me, il quale sono ai miei occhi, l’unico e solo responsabile, per la mia quota parte, di colpe politiche, benché in assoluta buonafede. 

Le uniche consolazioni le trovo in un duplice ragionamento, ovvero che persino i miei grandi maestri DC e i Capi di Stato e di Governo (anche stranieri) che frequento o di cui sono assiduo o in familiarità, qualche volta hanno pure loro sbagliato, ma poi il definitivo sollievo, circa una mia ‘discriminante’ (intesa sotto l’aspetto giuridico, ma applicata alla politica) è dovuta ad una reminiscenza giornalistica, cioè un articolo di Edoardo Scarfoglio del 1896, dal titolo ‘Le nozze coi fichi secchi’.

E già, perché in quell’occasione, il grande giornalista napoletano (ma di origini calabresi, nonché fondatore e direttore de ‘Il Mattino’), nel raffigurare le nozze dell’allora Principe di Napoli ed erede al trono d’Italia, ovvero il futuro Vittorio Emanuele III°, con la Principessa Elena, figlia del Re del Montenegro -per intenderci parliamo dei bisnonni di un mio carissimo amico, cioè Emanuele Filiberto di Savoia- il grande Scarfoglio, a conferma della ‘scarsezza’ fisica (del futuro sovrano italiano) e del ‘basso’ lignaggio (per altro ingiustificato, della sposa in questione), scrisse testuale: “con poca roba così, ci si accontenta di poca roba così’!

Insomma, ciò potrebbe essere trasposto ai tempi odierni, salvo l’errore in cui sono incorso -e poco importa se al netto delle opere di convincimento dei succitati Cimino e Cristallo (dei quali non parlo)- ma comunque lo sbaglio io l’ho commesso e non sono abituato a scaricare le responsabilità su altri! 

Certo, sempre più, ribadisco le scuse a Valerio Donato, il quale continua a rappresentare un pungolo pregnante e pregevole, da leader dell’opposizione, ed avrebbe fatto, rispetto a Nicola Fiorita, meglio (benche` non ci voglia molto), anzi, per dirla tutta e fino in fondo, avrebbe fatto bene, eccome.

Continuiamo: vogliamo parlare della Vicesindaco/a Iemma Giusi (poco importa se con la i o la y), tanto sotto il vestito -(para)politicamente e (pseudo)amministrativamente, parlando- è un nulla, magari carina fisicamente, epperò, non parliamo né della cara Tina Anselmi, né della mia amica (e ‘zia adottiva’) Rosetta Jervolino. Anzi, aggiungo financo, come la carica che la Iemma ricopre, presuppone tutt’altra cosa, orbene rifacendosi agli esempi di codeste ministre democristiane, oppure alle uniche due donne politiche della Catanzaro contemporanea, cioè Wanda Ferro e -per la controparte schieramentale (per altro la stessa della ‘ViceFiorita’)- la di già menzionata Jasmine Cristallo, la quale, a sia volta, pur se a qualcuno gli prude(ra`?), non è persona destrutturata, insomma che si perde nel bosco (vocabolo e/o parola variabilmente interpretativa, da parte di chiunque!).

Purtroppo, se ci trovassimo ad un campionato mondiale di gaffes, la nostra Giusi (poco importa se con la i o con la y, tanto per rimarcare uno dei mille -e fallaci?- dubbi che attanagliano questa Amministrazione), dicevo se ci trovassimo ad un campionato mondiale di gaffes, costei -anima mia- lo vincerebbe certamente o quantomeno raggiungerebbe il podio dei primi tre!

A proposito, qualcuno ha notizie dell’Assessore alla Cultura? Lei si, che dovrebbe dir qualcosa vista la sua conoscenza e intraneita` al mondo universitario e nello specifico in quello ‘magnogreco’, però, evidentemente, adesso sembra che si senta alla stregua -sinistrume per sinistrume- di un altro Assessore alla Cultura, magari proprio Renato Nicolini, il quale oltre ad essere ricordato come esponente del PCI/PDS (e Parlamentare di tal gruppo, alla Camera), fu Assessore Capitolino, proprio con la delega della nostra Donatella, non Rettore (specifichiamolo, trattandosi di una docente di ateneo), bensi`Monteverde.

A dirla tutta e fino in fondo, Nicolini, fu persino l’inventore delle ‘estati romane’, nonché amico di Raffaella Carrà (patti chiari, quest’ultimo riferimento non è in capo a nessuno, ma alla fine ciascuno pensi quanto più gli aggrada).

E non dimentichiamo, in tutto questo insulso ed improduttivo scampanellio -ha ragione Filippo Mancuso, quando sostiene che costoro la buttano in caciara, tentando di nascondere la polvere sotto il tappeto, proprio per coprire le loro mancanze e le plurimamamente dimostrate inefficienze- oppure difronte a ‘cotanto rumore per nulla’ (cioè i mirabolanti successi, giammai raggiunti), attendo con ansia di vedere note ufficiali, che potrebbero arrivare a breve, tra capo e collo, di una Amministrazione Comunale, la quale per inconsistenza -ovviamente politica (e non so, né mi chiedo, né voglio esprimermi, se financo personale)- e pure per inesperienza dei vertici apicali (mica di tutti i Consiglieri e salvando solo i due Assessori Casalinuovo e Giordano), dicevo quanto sia concreto il rischio dell’ulteriore discredito di siffatta gestione fioritana, la quale non rappresenta più -ove mai l’avesse rappresentata- la maggioranza dei cittadini.

Ecco, purtroppo Catanzaro soffre, io con lei e noi tutti assieme, ma il domani lo considero radioso e sempre più bello, se non altro, perché li possiamo sempre mandare a casa loro (e come si direbbe a Roma, ‘pe` stracci’), in quanto maggior ‘buio della mezzanotte, non può esserci’.

Vincenzo Speziali

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