Sab. Ago 10th, 2024

Botta e risposta tra il Comitato civico per Sissy e la direttrice del carcere della Giudecca, Gabriella Straffi dove l’agente di polizia penitenziaria di origine taurianovese lavorava. La dura polemica inizia quando il padre di Sissy trova una lettera dove la figlia denunciava vari abusi verificatesi all’interno del casa circondariale di Venezia. A queste accuse risponde la direttrice sostenendo che all’interno del carcere che dirigeva non si sono mai appurati illeciti, né tantomeno è circolata droga all’interno e neanche festini a base di sesso come invece hanno dichiarato nei giorni scorsi alcune detenute ad un giornalista de il Gazzettino.

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A queste affermazioni ha risposto duramente il vicepresidente del comitato civico per Sissy, Giuseppina Pinto. “Se abbiamo capito bene – afferma – la signora Straffi si era prefissata di non parlare alla stampa dell’oscuro episodio che ha visto vittima una sua agente (perché?), però lo fa ora che il suo nome è stato associato a episodi poco chiari e al solo scopo di difendere la propria persona e il suo operato nel carcere. Quindi se nessuno avesse fatto il suo nome pubblicamente avrebbe continuato a tacere? Noi pensiamo che se avesse avuto a cuore la vicenda di Sissy, probabilmente avrebbe dovuto rompere il riserbo molto prima per offrire appoggio pubblico alla famiglia nella sua battaglia per la verità e non per difendere se stessa. Invece così non è stato, perché Gabriella Straffi è praticamente scomparsa, mancando perfino ai funerali dove non c’era una sola persona che rappresentasse la Giudecca, neanche una. Non ci sembra che la direttrice si sia adoperata per scoprire che cosa sia successo a Sissy né internamente al carcere che all’epoca dirigeva, né esternamente, presso la magistratura, dove il suo interessamento avrebbe avuto certo un peso non da poco”.

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