Sulle possibili tracce biologiche trovate sull’arma d’ordinanza di Sissy, l’agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Venezia, trovata agonizzante nell’ascensore dell’ospedale veneto, arriva una prima smentita ufficiosa. Ci vogliono almeno 40 giorni di tempo per i risultati certi sulla pistola. Nel frattempo la famiglia e il comitato civico in cui si sono uniti tutti gli amici di Sissy per cercare la verità, a questo punto molto scomoda, continua la sua battaglia. Nei giorni scorsi si è assistito il battibecco tra i responsabili del Comitato e l’ex direttrice del carcere della Giudecca che è stata costretta a rompere il silenzio durato due anni. Altro punto a favore dei familiari e gli amici di Sissy è stato l’invio di una commissione d’indagine inviata dal capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Francesco Basentini che dovrà verificare nella struttura circondariale le tante stranezze e le omissioni su questo caso.
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