«Il mio è un caso politico, un caso che divide. Ma sono tranquillo. Si tenta di dimostrare l’impossibile, perché io non ho toccato nemmeno un euro e anche il gip lo ha scritto». Lo ha dichiarato Domenico Lucano, sindaco sospeso di Riace, all’indomani della notifica dell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare per il primo aprile nei suoi confronti e di altri 29 indagati nell’ambito del procedimento penale relativo alla operazione “Xenia”.
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Nell’inchiesta della Procura di Locri, che come pubblicato ieri da “Gazzetta del Sud” ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti i 30 indagati, si contestano, a vario titolo, reati che vanno dall’associazione per delinquere,alla truffa con corrispondente danno patrimoniale per lo Stato, all’abuso d’ufficio e al peculato per aver distratto fondi pubblici per oltre 2 milioni di euro, fino alla concussione, alla frode in pubbliche forniture, al falso e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Accuse che si fondano sugli esiti investigativi dei finanzieri del Gruppo Locri.