Mar. Set 24th, 2024

Il legale Mauro Gilberti a Porta a Porta: «La morte causata da insufficienza cardiaca». Dubbi sul testamento e sulle condizioni di salute del politico scomparso.

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Un’autopsia condotta a Dubai sul corpo di Amedeo Matacena, l’ex parlamentare di Forza Italia deceduto a febbraio 2023, conferma che la sua morte è avvenuta per cause naturali, attribuendola a una grave insufficienza cardiaca. A rivelarlo è stato Mauro Gilberti, legale coinvolto nel caso, intervenendo nel programma Porta a Porta. Gilberti ha spiegato che la data del documento è del 7 febbraio 2023 e che l’autopsia «è stata trasmessa dal consolato generale d’Italia a Dubai alla Procura di Reggio Calabria, nonché ai ministeri della Giustizia e degli Affari Esteri, e all’ambasciata italiana ad Abu Dhabi».

L’autopsia effettuata negli Emirati, ha precisato l’avvocato, ha rilevato «diverse manifestazioni patologiche del cuore di Amedeo Matacena, tra cui una grave insufficienza cronica della circolazione coronarica», escludendo l’uso di alcol o droghe. «Nonostante questo, la Procura di Reggio Calabria vuole procedere con una nuova autopsia», ha osservato Gilberti, lasciando intendere la possibile esistenza di ulteriori dubbi o ipotesi investigative.

Il legale del figlio solleva dubbi sulla malattia e il testamento

A sollevare ulteriori perplessità è stato anche Candido Bonaventura, legale del figlio di Matacena, Athos. Intervenendo sempre a Porta a Porta, Bonaventura ha dichiarato: «Non ci è mai stato detto che Amedeo fosse malato di cuore, non ne eravamo a conoscenza». La dichiarazione si inserisce in un contesto di crescente incertezza intorno alla vicenda, poiché l’ultima moglie di Matacena, Maria Pia Tropepi, è indagata dalla Procura di Reggio Calabria con l’accusa di aver avvelenato l’ex deputato.

Bonaventura ha inoltre sollevato dubbi sul consenso alla cremazione del corpo, spiegando che il figlio Athos «ha ricevuto un messaggio audio dalla nuova compagna di Matacena, in cui si chiedeva l’autorizzazione alla cremazione, basandosi sulla volontà espressa dal defunto». Tuttavia, Athos non ha mai sentito il padre manifestare tale desiderio durante la sua vita.

La questione del testamento, infine, aggiunge un ulteriore livello di complessità al caso. «Ci sono due testamenti in gioco», ha spiegato l’avvocato Bonaventura. Uno sarebbe stato redatto a Dubai, mentre l’altro risalirebbe a prima della latitanza di Matacena in Liguria. «Non posso dire se uno dei due sia falso – ha aggiunto – ma le firme presenti sui documenti hanno oltre dieci anni di differenza, il che può spiegare eventuali discrepanze».