Mer. Lug 17th, 2024

L’asse lametino (in testa i soci privati Caruso) sfiducia nei fatti il presidente. Che è ancora senza poteri a un mese dall’insediamento. Intanto il suo bando per la nomina del dg viene bocciato e, per il rappresentante del comune di Lamezia arriva un costoso incarico. L’ex prefetto sbotta: «Non sono qui per fare da foglia di fico ai potentati locali»

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Il prefetto Arturo De Felice è ad un passo dalle dimissioni dalla presidenza della Sacal. Anzi, per essere più concreti, le sue dimissioni le avrebbe già consegnate lunedì al presidente della Regione Calabria Gerardo Mario Oliverio che gli avrebbe chiesto di soprassedere qualche giorno, e subito dopo ha convocato gli altri rappresentanti degli enti pubblici presenti nel Cda della Sacal, vale a dire la Provincia di Catanzaro, la Camera di commercio ed il Comune di Lamezia.
Ma è proprio l’asse lametino ad aver portato alla decisione di rassegnare le dimissioni il prefetto De Felice. Nel corso dell’ultima seduta del consiglio di amministrazione, infatti, i due soci privati, Renato Caruso e sua figlia Adele, insieme a Manlio Guadagnuolo, nominato dal sindaco di Lamezia Paolo Mascaro, hanno sottoscritto un documento che nei fatti sfiducia il presidente. Non bastasse, a ormai un mese dal suo insediamento, De Felice attende ancora che l’assemblea dei soci gli conferisca i poteri, secondo le attuali norme statutarie. In assenza De Felice può solo scaldare la poltrona ma gli è preclusa ogni attività, anche di mera rappresentanza.
L’ultima occasione di scontro arriva con la bocciatura del bando proposto dal prefetto De Felice per la nomina del nuovo direttore generale: la griglia di requisiti scelta precludeva ogni possibilità di partecipazione al bando, a meno di non essere dotati di particolari competenze tecniche e di ben precise esperienze nel settore della gestione dei servizi aeroportuali. Nelle more, invece, la maggioranza deliberava la nomina ad amministratore delegato della società di handling della Sacal il consigliere Guadagnuolo, e se in passato per tale incarico non era mai stato previsto alcun compenso, ecco ora comparire una remunerazione fissata in 50mila euro annui.
A tal punto, Arturo De Felice ha ritenuto che non era possibile sopportare oltre: «Non sono venuto qui per fare da foglia di fico ai potentati locali», si lasciava sfuggire con i suoi più stretti collaboratori. Ciò detto, ieri mattina ha avuto un lungo incontro con il prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, informandola della situazione e delle conseguenti determinazioni. Subito dopo De Felice è stato a Germaneto dove ha incontrato il governatore Mario Oliverio, il presidente della provincia Enzo Bruno e il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro. All’incontro, De Felice si è presentato in compagna di un avvocato di fiducia dello studio romano Ripa di Meana e del presidente del collegio sindacale.
Dell’andamento dell’incontro esistono varie versioni, le accomuna il dato che non si è trattato di una “chiacchierata fra amici”. Richiesto dal governatore Oliverio di attendere ancora qualche giorno, il tempo necessario per un “chiarimento” tra i soci pubblici, De Felice avrebbe replicato presentando un documento, elaborato dai suoi legali, per la convocazione immediata dell’Assemblea dei soci e il conferimento al presidente dell’incarico di amministratore delegato nonché dei pieni poteri di rappresentanza dell’ente. Un documento subito sottoscritto da Enzo Bruno, presidente della Provincia, e da Giorgio Sganga, commissario della Camera di Commercio. È data per certa anche l’adesione del governatore Mario Oiverio, non potrebbe fare diversamente, mentre rimane da capire cosa farà il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro.
Quanto sta capitando non fa che confermare gli enormi e certamente non incomprensibili, interessi che ruotano attorno alla Sacal, già stravolta dal ciclone giudiziario che recentemente ha portato all’arresto del suo ex presidente e dell’ex diretttore generale, in uno con pezzi del management della società.

(fonte Corriere della Calabria)

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