‘A maggio denunciammo aderenze con pm e sottufficiale della Gdf’
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“La lettera di Roberto Santelli, zio di Jole, pubblicata oggi da “Il Giornale” contiene parole di assoluta verità. La compianta presidente della regione Calabria, infatti, politicamente nutriva il massimo disprezzo nei confronti del senatore Morra nonostante quest’ultimo dopo le indegne parole pronunciate a proposito di Jole, dei malati oncologici e dei calabresi abbia sostenuto il contrario”. Lo dichiara in una nota Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato. “Vi è traccia di questo disprezzo anche negli atti parlamentari e nella conferenza stampa ricordata da Roberto Santelli che mi vide con l’onorevole Roberto Occhiuto, accanto a Jole, il 13 maggio 2019 a Montecitorio per denunciare le ‘aderenze’ tra Morra, un magistrato della Procura di Cosenza e un sottufficiale della Guardia di Finanza (entrambi poi arruolati e premiati da Morra come consulenti in Antimafia). Nell’occasione di quella conferenza stampa, Jole si espresse così a proposito dei fatti: ‘Siamo davanti a una vicenda allucinante che lascia inorriditi’. E nell’uso degli aggettivi e dei toni Jole denunciava il suo ribrezzo su come il senatore Morra si fosse reso protagonista di un episodio che gettava enorme discredito sulle istituzioni che rappresentava”. “Durante quella conferenza stampa, ma anche prima e dopo -prosegue Mulè – Jole Santelli non finì mai di mettere all’indice e denunciare come inqualificabile le modalità con cui Morra intendeva il suo ruolo di antimafia. Farà dunque bene il senatore “piangina” che presiede ancora oggi indegnamente la commissione Antimafia usata per attaccare chi osa mettere in dubbio il suo diritto a rimanere lì (ci ha provato anche con il sottoscritto e gli è andata assai male) a non farsi scudo dei giudizi di Jole Santelli perché la verità è una e una sola: Jole lo disprezzava”.