Un documentario per raccontare la storia di Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza ucciso 38 anni fa, in un agguato avvenuto il 12 marzo del 1985. Il documentario, finanziato dalla Fondazione Calabria Film Commission con il bando produzioni 2022, sarà girato nei prossimi mesi. Il lavoro, dal titolo “Delitto Cosmai”, prodotto dalla OneManDoingThings, sarà diretto dal regista Fabio Rao.
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La storia di Sergio Cosmai
Prima Lecce e Palermo, poi l’arrivo in Calabria a Locri, Crotone e successivamente a Cosenza. Sergio Cosmai aveva maturato un’importante esperienza nelle vesti di direttore delle carceri nel Sud Italia.
Proprio a Cosenza, a causa del suo lavoro e della sua rettitudine morale e professionale, ha trovato la morte. Dal 1982 Cosmai si era impegnato per riorganizzare il carcere cosentino mettendo fine a tutti quei piccoli e grandi privilegi concessi agli esponenti di spicco della criminalità locale e promuovendo una capillare sorveglianza per bloccare le attività illecite, tra cui il traffico di droga ed il possesso di armi all’interno della struttura.
Tali iniziative entrarono in conflitto con Franco Perna, capo della criminalità locale e dell’omonima ‘ndrina che, seppur in cella, sembrava esercitare ancora il suo potere. Il rifiuto di incontrarlo costò a Cosmai la condanna a morte.
Il 12 marzo 1985 alle 14 il direttore del carcere di Cosenza stava rientrando da Vibo Valentia, dove si era recato per un’ispezione nella locale casa circondariale di cui era reggente. Si trovava a bordo della sua Fiat 500, diretto verso la scuola materna frequentata dalla figlia. Due uomini a bordo di un’auto lo affiancarono e gli spararono con una pistola calibro 38 colpendolo alla testa.
Cosmai perse il controllo dell’auto e andò a sbattere contro un palo dell’illuminazione stradale. Uno dei killer scese dall’auto e sparò altri colpi prima di fuggire. Il funzionario morì il giorno dopo durante un disperato viaggio verso l’ospedale di Trani.
Nel 2012, in seguito all’operazione “Missing” che portò alla riapertura di diversi casi rimasti irrisolti, la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro confermò la sentenza di primo grado all’ergastolo come mandante dell’omicidio a Franco Perna, ergastolo confermato successivamente in Cassazione.
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