Uncem Calabria ribadisce, ormai in chiusura d’anno, l’urgenza della discussione, e conseguente approvazione in Consiglio, del progetto di legge regionale 186 del 2023 presentato lo scorso 30 maggio dall’eloquente titolo “Norme in materia di Unione di Comuni montani”. Proposta a firma del presidente dell’assemblea Filippo Mancuso e dell’assessore Gianluca Gallo. E lo fa adesso, anche e soprattutto, sulla base di una premessa fondamentale: lunedì sarà il Giorno internazionale della Montagna. Festa, per così definirla, istituita per la prima volta dall’Onu l’11 dicembre del 2002. Una ricorrenza significativa e simbolica, dunque. Che avrà un’eco anche in Italia, come ovvio, con alcune iniziative promosse dal ministero degli Affari regionali, delegato anche per le aree montane, e da Uncem Italia. In Calabria i territori montani, che costituiscono oltre i due terzi dell’intera regione, rappresentano una realtà vivace, culla di antiche tradizioni, cultura e artigianato di pregio con tante medio-piccole, ma fiorenti, attività agricole e zootecniche.
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E ancora: villaggi turistici, eccellenze enogastronomiche oltreché bellezze naturali mozzafiato e perfino santuari religiosi. Un variegato patrimonio di inestimabile valore e una sorta di sistema microeconomico, potenzialmente molto redditizio. Perché la Calabria vanta inoltre tre parchi nazionali; uno regionale; riserve e oasi naturalistiche; aree protette e oltre 600mila ettari di bosco di alto fusto. Senza contare, in tempi di cambiamenti climatici e relativa sensibilità ecologica, la possibilità di attingere a fonti di cosiddetta energia pulita quali l’idroelettrico, il fotovoltaico e l’eolico. Ma tanti, però, sono i ‘nemici’ e le avversità che impediscono un grande ritorno in chiave finanziaria e di qualità della vita di tali tesori. A cominciare da fenomeni quali lo spopolamento, e l’emigrazione di tanti giovani laureati e diplomati, causati dalla mancanza di lavoro e dalla scarsa qualità dei servizi essenziali: Sanità, Mobilità, Istruzione, Rete internet e così via. Da anni l’Uncem chiede, restando però purtroppo inascoltata, interventi organici finalizzati a promuovere l’utilizzo, a fini produttivi e occupazionali, delle risorse endogene della montagna, rafforzando i piccoli Comuni.
Del resto, con molta leggerezza, sono state sciolte le Comunità montane e svuotate le Province. È così che i Comuni sono rimasti da soli a fronteggiare le tante emergenze, rispondendo alle legittime richieste dei cittadini. Ma in relazione allo spopolamento, va detto che può essere fermato solo garantendo pari condizioni di vita e nuove opportunità di lavoro. In quasi tutte le regioni al posto delle Comunità montane, eccezion fatta per la Lombardia e la Campania dove ancora esistono e resistono per così dire, sono sorte le Unioni di Comuni montani. Che gestiscono in forma associata i servizi comunali; gli interventi in favore della montagna e lo sviluppo economico del territorio. Auspichiamo quindi che anche la Calabria possa avere in tempi molto brevi la sua legge sulle citate Unioni.