Ven. Set 6th, 2024

Il report Mare Monstrum 2024 di Legambiente evidenzia 2.371 reati ambientali nel 2023, con la Calabria quarta nella classifica nazionale. Nonostante una leggera discesa per infrazioni per chilometro di costa, l’incremento del ciclo del cemento e le violazioni ambientali rimangono gravi. Legambiente lancia un appello urgente per la protezione delle risorse marine e costiere della regione.

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Sono 2.371 i reati per mare violato accertati in Calabria nel 2023 a fronte di 103.778 controlli pari al 10,3% del totale nazionale. Lo riferisce Legambiente Calabria in base ai dati emersi dal nuovo report Mare Monstrum 2024 presentato, alla vigilia del 14esimo anniversario dell’uccisione a Pollica (Salerno) del sindaco pescatore Angelo Vassallo, per tenere viva la memoria del suo impegno contro speculazioni e illegalità. La Calabria risulta complessivamente quarta nella classifica complessiva del mare violato. Le persone denunciate sono 2.629, 14 quelle arrestate. Sono 579 i sequestri effettuati, 3151 gli illeciti amministrativi e 3498 le sanzioni amministrative con un valore delle sanzioni erogate di 14.466.423 euro. “Il dato ‘migliora’ – rileva l’associazione ambientalista – se si considera il numero di infrazioni per chilometro di costa, dato che la Calabria scende all’undicesimo posto. Continuano a crescere i reati nel ciclo del cemento, dall’abusivismo edilizio alle occupazioni del demanio marittimo: 1046 reati con un incremento del 20,1% che porta la nostra regione al quarto posto. La Calabria è al terzo posto nella classifica del mare inquinato con 828 reati, il 13% del totale, e 675 illeciti amministrativi. La Calabria è quarta nella classifica della pesca illegale con 336 reati e 461 illeciti amministrativi e settima per violazioni del codice della navigazione e nautica da diporto, anche in aree protette, con 161 reati e 400 illeciti amministrativi”. “I dati del report Mare Monstrum sono impietosi – afferma Anna Parretta presidente di Legambiente Calabria – nel disegnare la realtà della Calabria e ci dimostrano che, soprattutto riguardo al ciclo illegale del cemento e alla mala depurazione, occorre invertire velocemente la rotta”. “Le cronache giudiziarie – aggiunge Parretta – continuano a rivelarci gravi problematiche a carico di decine di depuratori in tutte le province calabresi, confermando le attività di monitoraggio effettuate da Legambiente attraverso la campagna Goletta Verde, per come rilevato dall’inchiesta denominata ‘Scirocco’. Il mare continua a subire minacce insostenibili nonostante sia tra le risorse naturali più belle ed importanti della regione e costituisca un volano essenziale anche per l’economia calabrese. Occorre una presa di coscienza profonda da parte di tutti i cittadini e di tutte le amministrazioni per fermare le illegalità e tutelare l’ambiente e la salute perché il mare ed i territori costieri in Calabria sono di vitale importanza”

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