Mer. Lug 17th, 2024

Saldi al via in quasi tutta Italia. Dopo l’anticipo della Basilicata e della Valle d’Aosta oggi danno l’avvio al periodo di sconti tutte le altre regioni con l’unica eccezione della Sicilia dove le promozioni partirano da domani.

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In base agli ultimi sondaggi sarà in aumento la percentuale di italiani che acquisteranno ai saldi invernali 2018 (61,4% contro i 58,5% dell’anno scorso). Compreranno più le donne che gli uomini (il 67,9% contro il 55,4%), ma questi ultimi, soprattutto nel Nord Est, spenderanno leggermente di più delle donne, oltre 200 euro.

Gli uomini preferiranno recarsi nei negozi di fiducia/abituali al contrario delle donne che hanno intenzione di cercare il prezzo “più conveniente” presso altri negozi. Alta anche la percentuale degli acquisti online (15%), canale preferito soprattutto nelle regioni del Nord. Questi alcuni dati che emergono da un’indagine realizzata da da Confcommercio Imprese per l’Italia con Format Research.

Gli italiani acquisteranno in saldo prevalentemente capi di abbigliamento (per il 93,7% contro il 92,1% del 2017), calzature (per il 77,1% contro il 79,2% dello scorso anno), accessori (sciarpe e guanti) per il 35,1% (erano il 32,1% nella previsione del 2017) e biancheria intima (29,0% contro il 27,4% dello scorso anno).
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio Nazionale ogni famiglia spenderà in media 331 euro. Il budget a persona sarà di 143 euro per un giro d’affari complessivo di 5,2 miliardi di euro.

“La spesa per gli acquisti in saldo per valore – afferma Maria Cocciolo, Direttore di Confcommercio Cosenza – sarà leggermente inferiore a quella dell’anno scorso, ma in linea con il momento. Di certo anche quest’anno non assisteremo alla corsa agli acquisti dopo un Natale ancora sospeso tra una crisi che sembra volgere al termine ed una ripresa ancora debole almeno nel fashion retail. Le vendite di fine stagione saranno sempre una straordinaria opportunità per i consumatori, ma per le imprese continuano a non essere sufficienti a colmare il gap di consumi”.

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