“Non vedo non sento non parlo” premesso che sono convinto che gli indagati vogliano chiarire la loro posizione processuale, anche perché è loro interesse farlo al più presto e sono innocenti fino al terzo grado di giudizio, colpisce la strategia difensiva suggerita dai loro legali. Se penso che una persona come il consigliere regionale – Tallini indagato anche lui per fatti non proprio bagatellari- ha affrontato subito le domande del gip con un interrogatorio di 4 ore; beh qui mi sembra che il percorso adottato, peraltro assolutamente legittimo, sia più adatto a presunti reati di cosca che ad accuse inerenti amministratori e funzionari che hanno gestito per anni la cosa pubblica e quindi devono rispondere delle loro azioni anche agli elettori.” Lo ha dichiarato Klaus Davi. “I legali hanno tutto il diritto di giustificare attraverso una letterina postuma i loro tatticismi, motivandoli con algoritmi degni dei più contorti legulei; tornanti linguistico-giuridici che con la parola ‘trasparenza nella PA’ hanno zero a che vedere. Che poi questi legali non tengano conto che qui non si tratta solo di ‘semplici’ reati ma anche di una questione delicata come la gestione delle regole elettorali e che l’ostinato silenzio suggerito ai loro assistiti forse non aiuti esattamente a salvaguardare la loro reputazione di amministratori e funzionari pubblici, questo poco conta. Che messaggio può derivare il cittadino da un ostinato, pertinace, sistematico mutismo di chi dovrebbe rappresentarlo nelle istituzioni ? Tenere conto delle articolazioni e delle implicazioni istituzionali della vicenda non è cosa per avvocati, e si vede. Purtroppo per i loro clienti.
Continua....