Gio. Ago 15th, 2024

Lo scioglimento per le presunte infiltrazione mafiose accertate in “Ecosistema”. Nell’ inchiesta furono coinvolti l’ ex vicesindaco e due assessori comunali.

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Il consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti, ha deliberato lo scioglimento per presunti condizionamenti mafiosi del consiglio comunale da lui guidato. E il sindaco di Brancaleone Francesco Moio non può nascondere la sua amarezza. “Ho improntato la mia vita professionale e politica – ci ha detto l’avvocato Moio appena appresa a notizia – all’assoluto rispetto delle regole e delle istituzioni. Esprimo amarezza non solo per il provvedimento adottato nei confronti del Consiglio, ma anche perché si era convinti, e lo siamo tutt’ora, con i miei collaboratori, di avere agito sempre nell’ambito di un’ esemplare correttezza”.

Lo scioglimento del consiglio è la conseguenza del provvedimento della prefettura di Reggio Calabria che, nel dicembre scorso, all’indomani dell’operazione “Ecosistema”, aveva disposto l’accesso antimafia nel Comune allo scopo di accertare l’eventuale presenza di infiltrazioni o di condizionamento da parte della criminalità. La conclusione della Commissione dopo sei mesi, è arrivata ieri con lo scioglimento del Consiglio.

Nell’inchiesta “Ecosistema”, lo ricordiamo furono coinvolti (il processo è appena iniziato) il vicesindaco di Brancaleone Giuseppe Benavoli, e gli assessori Alfredo Zappia e Giuseppe Domenico Marino, assieme ad altre 21 persone, tra cui il consigliere regionale Francesco Cannizzaro, l’ex consigliere regionale Pasquale Tripodi e amministratori di Bova Marina e Melito. “Ecosistema” ha fatto luce su una presunta gestione illecita dei rifiutai da parte della ditta “Ased” di Rosario Azzarà, anch’egli a processo. I reati contestati vanno dal concorso esterno in associazione mafiosa, alle estorsioni, illecita concorrenza, turbata liberta degli incanti, minacce e corruzione, tutti aggravati dall’avere agito con modalità mafiose.

Occorre rammentare, infine che ai primi dell’anno 2014, furono date alle fiamme l’auto di proprietà del sindaco Moio e altre due vetture appartenenti a suoi familiari.

(fonte Gazzetta del Sud)

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