“Siamo stati fin troppo in silenzio. Un po’ per rassegnazione un po’ per problemi legati al nostro gruppo. Dopo la lunga cavalcata nel girone D di prima categoria, sancita con il ritorno in Promozione, abbiamo deciso di rimetterci in gioco sia per il bene dell’ A.S. ( e non A.S.D ) Bovalinese sia per il bene che ci accomuna per la nostra città. Non abbiamo intenzione di fare politica, del resto Bovalino è pieno di politicanti che hanno distrutto e affossato la nostra cittadina.
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Vogliamo risvegliare le coscienze e mettere di fronte il futuro sindaco ad un problema per troppi anni trascurato. Siamo convinti, e lo saremo sempre, che il futuro di una città passa anche attraverso lo sport. Le nuove generazioni devono crescere e sognare con lo sport.
Siamo stati davvero fin troppo in silenzio e un po’ ce ne vergogniamo Adesso è arrivato il momento di dire basta.
Vogliamo uno stadio degno della nostra storia calcistica -continua il comunicato- . Lo dobbiamo a chi ha lottato per la maglia amaranto. Lo dobbiamo alle nuove generazioni affinché non si perdano negli anti valori della vita. Lo dobbiamo ai nostri padri ed a noi stessi, lo dobbiamo a Lollò Cartisano barbaramente ucciso. Lo dobbiamo a lui affinché le nuove generazioni sappiano a chi è perché è stato intitolato il loro stadio.
Non vogliamo parate di circostanza, servono a poco e non sono produttive, vogliamo fatti concreti. Il prossimo 12 giugno chiunque sarà il sindaco a noi interesserà poco, ma saprà che dovrà affrontare questo problema.
Non ci fermeremo al social ma daremo battaglia fino a quando non avremo fatti e risposte concrete.
Nostro malgrado ci vedremo costretti a disertare le partite dell’ As Bovalinese fino al giorno in cui non ritorneremo al Lollò Cartisano”.
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