Lun. Set 23rd, 2024

L’attivista curdo-iraniana Maysoon Majidi è accusata di essere una scafista. La deputata Boldrini, in visita alla giovane detenuta, ribadisce l’innocenza della donna e chiede che la giustizia faccia luce sulle accuse.

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Maysoon Majidi, attivista curdo-iraniana accusata di essere una scafista, è detenuta nel carcere di Reggio Calabria in attesa del processo. Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani, ha incontrato nuovamente Majidi, ribadendo il suo sostegno: «Pensava di aver raggiunto la pace, ma è iniziato per lei un incubo in Italia. Tutto ciò che le viene attribuito è assolutamente falso».

L’incontro a Reggio segue una precedente visita della Boldrini nel carcere di Castrovillari lo scorso febbraio, e avviene dopo la visita dei senatori Francesco Boccia e Nicola Irto, che stanno seguendo il caso. Boccia ha presentato un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia Carlo Nordio, chiedendo di chiarire la posizione di Majidi e di Marjan Jamali, un’altra attivista iraniana, e di garantire la protezione delle attiviste che fuggono dal regime repressivo iraniano.

Un’innocenza da dimostrare
La deputata Boldrini ha descritto Majidi come una donna visibilmente debilitata ma estremamente determinata: «Maysoon è molto magra e provata dalla detenzione, ma continua a lottare per dimostrare la sua innocenza. La sua forza risiede nella consapevolezza di non essere sola, perché siamo in molti a credere alla sua storia. Non è arrivata in Italia in cerca di fortuna, ma per cercare sicurezza, come attivista, e vivere in pace con suo fratello».

Un malinteso da chiarire
Secondo Boldrini, l’intero impianto accusatorio sarebbe basato su un enorme malinteso, alimentato da errori nelle traduzioni e testimonianze non verificate. «È incredibile che persone che hanno rilasciato dichiarazioni a favore di Majidi non siano riuscite a farle acquisire dal tribunale – ha detto Boldrini –. Confido nella magistratura affinché faccia chiarezza e possa ristabilire la verità dei fatti». La speranza, ha concluso la deputata, è che la giustizia possa sanare un evidente errore e ridare dignità a Majidi, vittima di accuse che non corrispondono alla realtà.