Don Enzo Chiodo, parroco del paese, guida la comunità nella commemorazione e invita a una riflessione sul significato della fede e della solidarietà
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A Bivongi si rinnova il ricordo dell’alluvione del 1951, quando il fiume Melodì esondò invadendo la parte bassa del paese. In quell’occasione, pur non essendoci vittime, i danni furono ingenti, e molte abitazioni vennero spazzate via. In onore di quel drammatico evento, Don Enzo Chiodo, parroco di Bivongi, celebra ogni anno una processione per ricordare e riflettere insieme alla comunità sul significato di solidarietà e fede.
Durante la cerimonia, Don Enzo ha richiamato il significato di questo momento storico che, oltre a commemorare il passato, si lega anche all’attualità: «Oggi in Italia diverse regioni sono colpite dalle alluvioni, e pregando per chi soffre, riflettiamo anche su come affrontiamo le difficoltà spirituali che affliggono le nostre comunità».
Secondo il parroco, la ricorrenza dell’alluvione non è solo memoria ma un invito a riscoprire valori comunitari, solidarietà e fede. «Viviamo tempi in cui la fede rischia di diventare un impegno part-time, legato alle emozioni del momento. Tuttavia, la nostra identità come popolo nasce da atti concreti e dalla volontà di costruire una comunione solida e duratura». La processione si è conclusa con un messaggio di speranza per il nuovo anno pastorale, che Don Enzo ha dedicato ai giovani e alle future generazioni, ricordando che «ogni scelta di fede e di condivisione rappresenta un passo verso la pace, un dono prezioso che oggi chiediamo per tutti».
Questa giornata di preghiera e raccoglimento è dunque anche un monito a vivere una fede autentica, radicata nella vita quotidiana e capace di promuovere la pace e la solidarietà, riscoprendo la vera essenza del Vangelo e la forza dell’identità comunitaria.