L’ennesima tragica morte di un migrante nella bidonville di San Ferdinando sta accelerando quanto già deciso da tempo dalle istituzioni: lo smantellamento di quel che resta della baraccopoli. Ieri è stata una giornata di riflessione e di preghiera dopo l’ultimo extracomunitario morto per un incendio nella notte di venerdì. Sembra un drammatico copione già scritto che si ripete ciclicamente. Questa volta è toccato al 29enne senegalese Moussa Al Ba. Da ieri molti migranti, che hanno i requisiti per entrare negli Sprar o nei Cas della regione, stanno scegliendo di essere trasferiti per una residenza più umana, lasciandosi alle spalle un ghetto fatto di capanne e baracche di lamiera, legno e plastica. Sabato già 20 di loro hanno lasciato volontariamente il sito mentre ieri un altro gruppo è stato trasferito presso il Cas di Mileto e di Isola Capo Rizzuto.
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