Mar. Lug 16th, 2024

Piccoli ma ancora troppo deboli i segnali di ripresa dell economia calabrese. È quanto evidenza il rapporto di Bankitalia relativo agli anni 2014-2015

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Ancora drammatica la situazione dei giovani. Infatti Il rapporto di Bankitalia parla chiaro: la quota di giovani calabresi di età compresa tra i 15 anni e i 34 anni non lavorano, non studiano e non seguono un periodo di formazione per il lavoro. Un esercito di ragazzi e ragazze che sembra vivere in una sorta di cono d’ombra. Un onda anomala che non può passare inosservata come non è passato inosservato al direttore della filiale calabrese della Banca d’Italia Sergio Magarelli che ieri mattina a Catanzaro col suo staff ha presentato l’ ultimo dossier sull’economia della Calabria.

In Calabria il lavoro continua ad essere una spina nel fianco. “Le difficoltà del mercato del lavoro – è spiegato nel rapporto – continuano a manifestarsi in maniera differenziata per genere ed età; in particolare, il divario con la media nazionale permane più elevato per le donne e per i giovani tra i 25 e i 34 anni“ e’ rimasta stabile per gli individui tra i 35 e i 54 anni mentre e’ continuata a salire per i lavoratori di 55 anni e oltre, anche in relazione all’innalzamento dei requisiti anagrafici previdenziali.

Nella media del periodo 2013-15 la quasi totalità dei disoccupati di lunga durata possedeva al massimo un diploma. Il 48 per cento non aveva precedenti esperienze lavorative, mentre il 55 per cento dei disoccupati di lunga durata aveva meno di 35 anni. Alla riduzione dei Neet e’ in particolare rivolto il programma “Garanzia giovani”, partito nel 2014 a livello nazionale con lo scopo di garantire ai giovani tra i 15 e i 29 anni un’offerta appropriata di lavoro o di formazione entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione formale. Secondo il Report di monitoraggio del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a marzo 2016 i giovani residenti in Calabria che si sono registrati al programma erano circa 53 mila. Il numero di giovani presi in carico, ossia di coloro per i quali è  stato effettuato il colloquio presso i Centri per l’impiego, identificato il “profilo” e firmato il Patto di servizio, è pari a circa 29 mila, il 54,9 per cento del numero complessivo di registrazioni (64,3 per cento in media a livello nazionale). La quasi totalita’ dei presi in carico sono giovani che hanno un grado di difficoltà a entrare sul mercato del lavoro definito “medio alto” o “alto” (94,0 per cento; 83,2 a livello nazionale).

L’attività economica, in Calabria, nel corso del biennio 2014-2015, si è stabilizzata, “dopo la lunga e pesante recessione osservata tra il 2007 e il 2013”, ma l’occupazione resta ai livelli minimi registrati nel Paese. “Secondo le stime di Prometeia, il PIL in termini reali nel 2015 – si legge nel rapporto – è cresciuto dello 0,1 per cento (era stato 0,2 nel 2014).

I servizi privati non finanziari sono stati caratterizzati da andamenti contrastanti: il commercio ha beneficiato della timida ripresa nei consumi delle famiglie e nel comparto turistico si è registrato un moderato incremento delle presenze; nei trasporti, continua il declino dei traffici a Gioia Tauro; infine, segnali incoraggianti provengono dal terziario innovativo”. Per quanto riguarda i singoli comparti, “l’attivita’ industriale – rileva Bankitalia – ha, nel complesso, ristagnato; indicazioni più favorevoli provengono dalle imprese con almeno 20 addetti. La domanda estera di prodotti calabresi è salita sensibilmente, anche se tale canale ha influito in misura ridotta sull’andamento dell’economia, dato lo scarso peso dell’export sul prodotto. Nel settore delle costruzioni il calo si è attenuato; in prospettiva l’attività – spiega Bankitalia – potrebbe beneficiare della stabilizzazione delle transazioni nel mercato immobiliare

Meno occupati in tutti i settori, con l’eccezione però dell’agricoltura.  Il valore aggiunto in agricoltura , in Calabria, nel corso del 2015, è aumentato anche se in misura inferiore a quanto registrato nel Mezzogiorno e in Italia.  “L’agricoltura calabrese – prosegue Bankitalia – si caratterizza per il ruolo rilevante del sostegno pubblico, costituito da trasferimenti e agevolazioni fiscali.

 

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