Lun. Ago 12th, 2024

La Conferenza delle Regioni ha dato l’assenzo al DDL Calderoli. Ciò che risalta all’attenzione è che i governatori dell’Abruzzo, della Basilicata, della Calabria, del Molise, della Sardegna e della Sicilia (le ultime due a statuto speciale) hanno votato a favore. Quelli della Campania e della Puglia hanno votato contro, insieme ai colleghi della Toscana e dell’Emilia Romagna. Una presa di posizione autorevole ma individuale che non ha coinvolto, nella maggior parte dei casi, i rispettivi consigli regionali e che addirittura, nel caso di Bonaccini, folgorato sulla strada della Schlein, ha votato contro la delibera del suo stesso Consiglio Regionale. Un fallimento che non lascia ben sperare se si pensa che il DDL Calderoli, già approvato dal Consiglio dei Ministri, dovrà ora passare dai voti della maggioranza in Parlamento. Un voto che ovviamente non potrà essere negativo per la sopravvivenza dell’attuale governo. Un Parlamento nel quale, si sa, i meccanismi di cooptazione delle segreterie di partito, causa la legge elettorale, fanno da padrone e quindi dubito potrà disegnare le coordinate d’insieme dell’ennesima riforma che si annuncia iniqua e pasticciata: vi sono, infatti, i ritardi ignorati delle regioni del Sud a fronte delle annose ed ingiustificate sottrazioni di risorse destinate a queste ultime e gli ipotetici aumenti dei conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni, nonostante questi rappresentino la maggior parte delle sentenze della Corte Costituzionale.

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Mi sarei aspettato dal Presidente della Regione Roberto Occhiuto più coraggio, più tutela degli interessi del Sud e della Calabria, più capacità decisionale nel dire in modo chiaro quello che da sempre dice Italia del Meridione e che tra le righe lo stesso dice: calcolo e finanziamento dei LEP, superamento della Spesa Storica e cospicue risorse per il fondo di perequazioni infrastrutturali. Solo dopo questi fondamentali passaggi di forma e di sostanza avrebbe potuto dire sì alla riforma. Sarebbe grave se si pensasse che per l’ennesima volta si è barattato l’interesse generale con le rendite di posizione, facendo prevalere l’appartenenza al partito sulla logica istituzionale e territoriale.

Allora ciò che domando al Presidente Occhiuto è: sarà al nostro fianco, quello dell’Italia del Meridione, quando scenderemo in piazza a Cosenza il prossimo 18 marzo o quando protesteremo davanti Montecitorio se dovesse prender vita l’autonomia differenziata senza il finanziamento dei LEP ed il superamento della Spesa Storica?

Ai posteri l’ardua sentenza.

Orlandino Greco

 Italia del Meridione

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