Mer. Ago 28th, 2024

Mentre le opposizioni raccolgono firme e preparano ricorsi, la Lega difende la riforma Calderoli. Crescono i dubbi in Calabria e Piemonte, con Occhiuto e Cirio tra gli scettici.

Continua dopo la pubblicità...


CAMPAGNA-ANTINCENDIO-2024_6x3mt-4_page-0001
futura
JonicaClima
amacalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

L’autonomia differenziata continua a essere al centro del dibattito politico nazionale, creando divisioni sia tra le opposizioni che all’interno del centrodestra. In una stagione politica caratterizzata da emergenze nazionali e internazionali, la riforma promossa dal ministro Roberto Calderoli rimane un tema di primo piano.

Le opposizioni, riunite nel “campo largo” che include Pd, Movimento 5 Stelle e Italia Viva, stanno puntando su due strategie: la raccolta firme per un referendum e il ricorso alla Corte Costituzionale. I risultati sono già tangibili, come dimostra il successo della campagna del Partito Democratico e della Cgil. Il segretario della Cgil Calabria, Angelo Sposato, ha annunciato con soddisfazione che sono state raccolte oltre 39.000 firme, sia tramite moduli sindacali che online.

Mentre l’opposizione si compatta, il centrodestra mostra segni di tensione. All’interno della coalizione, non tutti sono convinti della riforma Calderoli. Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e quello del Piemonte, Alberto Cirio, esprimono dubbi, soprattutto sulla gestione delle intese tra governo e regioni nelle materie che non richiedono la definizione dei Livelli Essenziali di Prestazione (Lep). Occhiuto ha anche incontrato la premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi per discutere, tra l’altro, dell’autonomia, sebbene i dettagli rimangano riservati.

Nel frattempo, lo scontro tra la Conferenza Episcopale Italiana (Cei) e il governatore del Veneto, Luca Zaia, si fa sempre più acceso. Monsignor Francesco Savino, vice di Zuppi nella Cei e vescovo di Cassano allo Ionio, ha duramente criticato la riforma, definendola un “cavallo di Troia” che rischia di creare due Italie: una prospera e l’altra abbandonata. Zaia ha risposto, definendo le affermazioni del vescovo una “lettura fuorviante e di parte”.

Intanto, la Regione Campania ha notificato alla Presidenza del Consiglio un ricorso alla Corte Costituzionale, chiedendo di dichiarare la legge Calderoli incostituzionale. La Campania si aggiunge così a Puglia, Sardegna e Toscana, che hanno già presentato ricorsi nelle scorse settimane. Anche in Piemonte, il gruppo consiliare della Lega ha annunciato che chiederà al governatore Cirio di opporsi ai ricorsi contro la riforma, sostenendo che il Piemonte e i suoi cittadini sarebbero penalizzati da un blocco della legge.

Print Friendly, PDF & Email