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L’operazione “Demetra 2”, scattata questa mattina alle prime luci dell’alba, ha portato all’arresto dei presunti esecutori materiali dell’esplosione di una bomba a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, avvenuta il 9 aprile 2018, che uccise il 42enne Matteo Vinci e ferì il padre Francesco. Tra gli arrestati ci sono Pantalone Mancuso, Filippo De Marco, 41enne, e Antonio Criniti, 30enne. Questi ultimi due di Soriano, piccolo centro del Vibonese. La mano dei presunti esecutori materiali sarebbe stata armata dalla necessità di saldare un debito contratto a seguito di un traffico di droga.
Il rinvio a giudizio dei presunti mandanti. Il Gup distrettuale di Catanzaro, a giugno dello scorso anno, aveva rinviato a giudizio i cinque gli indagati della prima operazione “Demetra” in quanto presunti mandanti dell’attentato che sarebbe stato eseguito, secondo gli investigatori, dagli odierni arrestati. Nello specifico, l’ipotesi accusatoria che ha portato al rinvio a giudizio nel 2019 vede Vito Barbara, Lucia Di Grillo e Rosaria Mancuso ritenuti dagli inquirenti, in concorso morale e materiale tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, quali ideatori e promotori dell’attentato dinamitardo. L’obiettivo – secondo quanto emerge dall’inchiesta – era quello di costringere i coniugi Francesco Vinci e Rosaria Scarpulla a cedere alle loro pretese estorsive. Vito Barbara, Domenico Di Grillo, Lucia e Rosina Di Grillo, Rosaria e Salvatore Mancuso (deceduto) sarebbero poi “gli autori di una serie di azioni esecutive che miravano allo stesso disegno criminoso ovvero costringere la famiglia Vinci a cedere il pezzo di terreno di loro proprietà in contrada Macrea a Limbadi”.
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