Si chiama “I-Can” ed è la strategia che punta a contrastare la mafia calabrese divenuta un’holding presente in 32 paesi di quattro continenti
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La ‘ndrangheta è l’organizzazione criminale più estesa, ramificata e potente al mondo. E’ quanto emerge dai dati forniti nel corso della conferenza stampa tenuta a Reggio Calabria per presentare il progetto I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), progetto di attacco globale alla mafia calabrese in collaborazione tra polizia italiana e Interpol. Nata in Calabria, oggi la ‘ndrangheta è presente in 32 Paesi di quattro continenti (Europa, Africa, America e Oceania), opera in 17 Stati europei, ed è il principale broker del mercato mondiale degli stupefacenti, una vera e propria holding che conserva memoria dei suoi riti arcaici, ma è al passo con la digitalizzazione e i nuovi sistemi di trasferimento del denaro, come i bitcoin. “All’estero mi hanno chiesto se la ‘ndrangheta è un fenomeno folcloristico italiano – ha affermato il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale della Pubblica Sicurezza – ho spiegato che la ‘ndrangheta è una minaccia globale, che ha preso addirittura il controllo del mercato dei fiori in Olanda, non certo per amore dei tulipani”.
Il vice direttore generale della Pubblica Sicurezza ha quindi sottolineato che “serve un approccio globale per contrastare una minaccia mondiale: ci siamo fatti promotori e abbiamo finanziato un progetto mirato con Interpol per un attacco globale che serva ad estirparla, coinvolgendo Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza”. A Reggio per lanciare I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), il progetto di attacco globale alla ‘ndrangheta, promosso dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, è arrivato anche il segretario generale di Interpol, Jurgen Stock, a capo della più grande organizzazione per la cooperazione internazionale di polizia cui aderiscono 194 Paesi del mondo. “A conferma che la ‘ndrangheta è un pericolo criminale globale, c’è anche la sentenza del 28 febbraio 2019 della Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario in Canada nei confronti di Giuseppe Ursino che ne descrive la struttura organizzativa e i metodi criminali”.