Ven. Ago 9th, 2024

Un anno fa, precisamente il il 9 Febbraio 2019, in via Matteotti, alle ore 21,00, prendeva fuoco l’autovettura dell’ing. Vincenzo Garuccio, amministratore della societa Jonica Multiservizi Spa, società al 100% di proprietà del Comune di Roccella Jonica.
Dagli accertamenti delle Forze dell’Ordine è venuto alla luce che si è trattato di un fatto di natura dolosa. 
Ad essere additato come presunto artefice del fattaccio, un giovane roccellese, sempre lontano da qualsiasi fatto che non sia di lavoro onesto, che si è visto catapultato al “disonore della cronaca”, senza nessuna prova certa di colpevolezza, dai media locali e dall’opinione pubblica. 
Si disse  che il gesto estremo fosse stato compiuto perchè G.C., nonostante avesse fatto domanda e fosse nella graduatoria delle persone stagionali da impiegare nella società Multiservizi come operaio di pubblica utilità sul territorio, non sarebbe stato chiamato a lavorare…
Ad un anno distanza dall’accadimento, G.C., è stato assolto con formula piena da ogni indizio di colpevolezza e riconosciuto come persona innocente ed estraneo dai fatti.
Oggi, dopo la sentenza e il proscioglimento da ogni accusa, rompe il silenzio un membro della famiglia di G.C. che per tutto quest’anno si è vista, ingiustamente, etichettata, e che ha dovuto subire tutto il fango, immotivato, gettato su di loro.
Di seguito riporto uno stralcio di una lettera aperta, molto significativa, scritta dalla cognata di G.C. e diffusa ad amici e conoscenti. Uno sfogo che riporta la sofferenza che tutta la famiglia ha dovuto subire e lancia diversi interrogativi su quanto può far male il giudizio della gente.

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A chi vuol ascoltare vorrei narrare una penosa vicenda accaduta in un paese della nostra bella e povera Calabria che ha tolto la serenità mia e della mia famiglia per lunghi mesi e ancora mi amareggia.
Ora che l’equivoco è stato ufficialmente chiarito, permettetemi di svelare il “segreto di Pulcinella”.Tutto è iniziato con l’incendio, un anno fa, dell’auto di un amministratore di una società locale. Per tale reato è stato imputato G.C., incensurato e innocente. oggi, a un anno di distanza per i normali tempi giudiziari, G.C. è stato assolto su richiesta non solo dell’avvocato di parte ma anche del pubblico ministero.G.C. è un uomo sincero e un volenteroso lavoratore fin da ragazzo, che si è fatto notare per operosità anche in lavori comunali di pubblica utilità. Viene conosciuto come una persona onesta che nei suoi 45 anni di vita non è mai stato un violento, non ha mai minacciato nessuno, ha sempre considerato le Forze dell’Ordine paladini della giustizia e dei cittadini.E allora come si è pensato a lui? Nella sostanza Voci… solo voci (in base a quanto emerge dalle carte processuali!!! Fonti confidenziali (ovviamente e volutamente rimaste anonime), principalmente indicazioni fornite da persone che hanno considerato segno di colpevolezza il legittimo desiderio di lavoro, apertamente espresso da G.C., disoccupata da qualche tempo. Indicazioni partite anche da persone che, permettetemi, non hanno forse riflettuto abbastanza, o forse facilmente dimenticato, in che modo loro stessi, e con l’aiuto di chi, hanno ottenuto un impiego lavorativo!!!Mi chiedo quanto coraggio si abbia nel fare il nome di un uomo mite e non quello di altri (tra i sospettati, cioè tra gli esclusi o inclusi di una certa graduatoria) notoriamente più “facinorosi”.Tutt’oggi, chi è stato cosi prodigo nel fare “confidenze” sa che G.C. non ha potuto neanche ipotizzare un eventuale diritto al reddito di cittadinanza in quanto inquisito e che non ha potuto prendere in considerazione un’opportunità lavorativa all’estero perchè impegnato nel processo in questione?Mi chiedo se tali persone abbiano riflettuto sul danno economico, morale, psicologico, sociale, lavorativo che hanno causato non solo a G.C. ma anche ai suoi familiari.Ovviamente, in quel giorno di febbraio, in tempo reale, è stata data divulgazione della notizia tramite mezzi di comunicazione indicando il colpevole con G.C., le iniziali del nome, e un’emittente televisiva locale ha dato il soggetto come già arrestato.G.C. è stato travolto da questo mostro capace di seppellire sotto quintali di fango la dignità di un essere umano in pochi istanti, colpevole o innocente che sia.Di bocca in bocca si è diffusa la voce di indizi indiscutibili di colpevolezza, di filmati (nella realtà inesistenti) che incastravano il colpevole, reo senza ombra di dubbio. Magari ci fossero stati i filmati…! Quanto li abbiamo richiesti ufficialmente e cercati privatamente per la difesa!!!… E la famiglia ha iniziato mesi di dispiaceri, ansia e attesa.Quanto male si può fare aprendo la bocca inutilmente!!!In uno stato di diritto, in cui nessuno può essere considerato colpevole prima di un giusto giudizio, un lungimirante amministratore del ridente paesello, in un’intervista  pubblica ha subito applaudito alla veloce e felice soluzione del caso per tranquillizzare gli spauriti concittadini o forse meglio per rassicurarli sulla validità dell’amministrazione comunale.Mi ha molto ferita la sua dichiarazione, come persona e come cittadina.Dopo pochi giorni dall’individuazione di G.C. come colpevole si è verificato un altro incendio, questa volta agli automezzi dell’isola ecologica del paese, a seguito del quale è arrivato con gran clamore il prefetto. In quel periodo erano avvenuti altri episodi dolosi nella cittadina (come furti e scippi avvengono tutt’ora!). Il clima in paese era teso e necessitava dimostrare che la situazione era sotto controllo, anche le elezioni del consiglio comunale si avvicinavano.Perchè allora, mi chiedo, non sono stati individuati i colpevoli degli altri fatti anche ben più gravi come, per esempio, gli incendiari estivi di un certo parco estivo che hanno mandato in fumo centinaia di euro di noi contribuenti???Penso che la risposta sia ovvia: nessuno, pur sapendo, ha fatto nomi!!!In quei giorni, tuttavia, bisognava, come fece Pilato, “dare soddisfazione alla moltitudine”, il capro espiatorio contro cui puntare il dito doveva essere innocuo e G.C. che è ingenuo e per indole non conosce e quindi non vede nell’altro la menzogna, si è prestato facilmente al gioco. E’ stato immolato!Purtroppo era sfuggito, nella foga del momento, che G.C. avesse una famiglia unit, pronta a sostenerlo perchè innocente.E se fosse stato solo o con parenti inadeguati a gestire la situazione?E se invece del povero G.C. si fosse trattato “du figghju i Cicciu, i Cola o i Pascali, si sarebbe agito allo stesso modo?Vi ho raccontato una brutta storia, probabilmente per molti che sapevano ormai dimenticata, ma per chi l’ha subita, ancora presente e che ci ha lasciato tanta amarezza al punto da farmi superare la mia naturale riservatezza e spingermi a raccontare.Anche se dispiaciuta non voglio serbare rancore verso nessuno e volutamente, oltre a tralasciare aspetti del caso che è bene non pubblicare, non ho riportato nomi perchè non sono spinta tanto da una rivalsa sul caso specifico (che la giustizia ha individuato e risolto), quanto da un’amara constatazione sulla nostra natura umana e sui comportamenti sociali.Ho raccontato perchè considero opportuno ricordare a tutti noi (me stessa per prima), e specialmente a coloro che ricoprono ruoli di maggiore responsabilità, che l’agire civile deve partire dal rispetto della persona umana e, ancor di più dall’attenzione verso l’individuo in situazioni di fragilità.Ho raccontato per far risuonare un’altra verità, quella più vera e diversa dall’apparente, per dare voce a G.C. e a tutte le persone indifese e dallo sguardo semplice, vittime di ingiustizia.
Quanto sopra, ripeto, è uno stralcio della lettera del familiare di G.C.
Chi volesse leggere la lettera integrale me la richieda pure attraverso i canali che già conoscete.

roccella siamo anche noi

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