Mer. Ago 7th, 2024

Una sorta di muro contro muro tra “conservatori” e riformisti” degenerato al punto che non si è riusciti a votare nemmeno il rinvio della discussione.

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Alla fine, l’urna allestita sopra il banco col quale faceva pendant, è rimasta inutilizzata. Nonostante le
quasi tre ore di discussione, infatti, i 38 sindaci presenti (assenti solo quelli di Locri e Camini, oltre ai
due comuni commissariati di Bianco e Portigliola) non hanno dato seguito a quanto previsto
dall’ordine del giorno, ovvero l’elezione del nuovo presidente dell’assemblea dell’Associazione dei
Comuni della Locride.
Non solo. Non si è nemmeno votato formalmente il rinvio della discussione e le tre ore sono trascorse
nel conflitto tra chi era pronto a votare il candidato sul quale era pronta a convergere la maggioranza
dei primi cittadini (il sindaco di Samo Paolo Pulitanò) e chi, invece, ritiene necessario modificare
preliminarmente lo statuto dell’associazione, per renderlo più funzionale alle finalità del sodalizio.
Un conflitto partito in punta di fioretto e proseguito a colpi di clava, con pesanti accuse reciproche e
toni fin troppo esacerbati, nel quale, tra cavilli pazzi usati per delegittimare la fazione avversa, quella
che appariva inizialmente come una partita a scacchi giocata tutta sui tatticismi, si è trasformata in
una triviale morra, in cui le urla hanno spesso prevalso sul ragionamento, salvo alcune eccezioni.
Per comprendere appieno quanto (non) accaduto ieri sera, però, bisogna ricordare le due precedenti
sedute: quella di ottobre in cui l’assemblea aveva incaricato una commissione ristretta di riformare lo
statuto e stendere una nuova bozza da sottoporre all’approvazione dell’assemblea, e quella del 19
dicembre, in cui gran parte dei sindaci impegnati nella commissione erano assenti per contemporanei
impegni istituzionali e nella quale si è posto il problema della rappresentanza legale
dell’associazione, ruolo che, secondo quanto discusso prima di Natale, non avrebbe potuto essere
rivestito dal presidente facente funzioni dell’assemblea Bruno Bartolo. Contrordine, dunque: prima
l’elezione del nuovo presidente al quale conferire la rappresentanza legale del sodalizio, e poi la
riforma dello statuto. In ambedue le sedute i presenti hanno votato l’ordine del giorno, riconoscendo il
ruolo del facente funzioni.
Uno schema, quest’ultimo, di fatto ribaltato di nuovo ieri sera, quando gran parte della discussione è
stata incentrata sulla questione di una presunta illegittimità del ruolo rivestito da quasi un anno dallo
stesso Bartolo, col sindaco di San Giovanni di Gerace Giovanni Pittari che, statuto alla mano, ha
sostenuto che non è prevista la figura del vicepresidente dell’assemblea “facente funzioni di
presidente” ritenendo che la convocazione delle sedute sarebbe stata competenza del sindaco più
anziano, erroneamente individuato nel primo cittadino di Monasterace Cesare De Leo, visto che il più
anziano è il sindaco di Careri Giuseppe Pipicella. Ma tant’è.

La scintilla ha subito prodotto effetti, col sindaco di Roccella (e coordinatore della commissione
incaricata di rivedere lo statuto) Vittorio Zito che ha parlato di schizofrenia nell’agire di chi aveva
votato il “dietrofront” nel corso della precedente seduta, rigettando l’idea di eleggere il presidente, e
ribadendo il percorso che poi, presumibilmente, sarà quello che verrà seguito, ovvero fare deliberare
alle rispettive giunte comunali la delega alla revisione dello statuto di AssoComuni, versare le quote
societarie e individuare le figure professionali da incaricare della redazione dei verbali di assemblea e
anche i revisori contabili.
Tra chi ha rilanciato la proposta di Pittari (il sindaco di Caraffa del Bianco Stefano Marrapodi) e chi ha
accusato Zito e soci di «fare melina per non votare» come il primo cittadino di Platì Rosario Sergi, la
bagarre è iniziata, tanto che il sindaco di Marina di Gioiosa Geppo Femia ha detto di non essere
disposto a salire sul ring, invitando i presenti a non intestardirsi sul voto, così come i colleghi di
Benestare Domenico Mantegna, Gioiosa Jonica Salvatore Fuda e di Siderno Mariateresa Fragomeni.
Tutto congelato e rinviato, dunque, con un “terzo tempo” di capannelli e chiarimenti de visu i cui
effetti, se ci saranno, saranno apprezzati nelle prossime sedute.

fonte gazzetta del sud

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