Lun. Lug 29th, 2024

Alla fine dello scorso anno la parabola ascendente di aumenti, esacerbata dallo scoppio del conflitto in Ucraina, ha quadruplicato le spese di gestione

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Abbiamo scritto alle compagnie petrolifere comodanti e ai Ministeri dell’Economia e della Transizione Ecologica per porre alla Loro attenzione, la condizione in cui versano i gestori degli impianti di rifornimento a seguito dell’aumento esponenziale del costo dell’energia.
Dalla fine dello scorso anno la parabola ascendente di aumenti, esacerbata dallo scoppio del conflitto in Ucraina, ha quadruplicato le spese di gestione.
I margini sono rimasti invariati, i volumi di vendita ancora non sono tornati ai livelli pre-pandemia, l’inflazione galoppante sta inducendo gli italiani a contrarre ulteriormente i consumi: la categoria, abbandonata a sé stessa, è agonizzante.
Numerose in questi giorni sono infatti le chiusure di attività pluridecennali, con la conseguente perdita di posti di lavoro. Parliamo di imprese, spesso a conduzione familiare, che non sono in grado di far fronte all’impennata dei costi di gestione e sottostare al contempo agli obblighi di comodato, che ne limitano la libertà imprenditoriale.
L’iniziativa del governo di ridurre le accise, seppur lodevole e preziosa per i consumatori finali, ha fatto si che il peso dell’intervento sia stato assorbito totalmente dai distributori, in funzione della ormai ben nota questione delle giacenze nei serbatoi delle stazioni.
Non intendiamo rimettere in discussione, in questa sede, i già menzionati accordi di settore in quanto riteniamo che un’improvvisa apertura in tal senso, in un momento delicato come questo, possa solo contribuire a far aumentare la percezione di instabilità economica e contrarre ulteriormente i consumi.
Riteniamo pertanto più serio e utile chiedere ai comodanti un sussidio una tantum in ragione e per far fronte agli aumenti dei costi di gestione su richiamati.
L’idea alla base della nostra proposta sta nella comparazione dei costi di esercizio 2021 e 2022, liberamente verificabile e quantificabile.
Chiediamo che le compagnie di settore si facciano carico del 50% di tale variazione percentuale fino la fine dell’anno.
Le quattro mensilità di sussidi, per aiutarci a far fronte alle utenze, possono realmente fare la differenza fra far sopravvivere o cessare numerose attività.
Siamo pronti a sederci ad un tavolo di confronto che chiediamo alle compagnie di aprire quanto prima per trovare insieme il modo di uscire dalla situazione fuori controllo che stiamo vivendo.
Allo stesso modo chiediamo alle istituzioni di fare altrettanto per mettere un tetto al costo dell’energia.
Anche in questo caso auspichiamo di poterci incontrare nelle sedi opportune per un confronto, più volte richiesto, che invochiamo nuovamente a gran voce.

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