Sab. Ago 24th, 2024

C’è una mafia dalla pelle nera che recluta i propri affiliati nelle università, indottrinandoli con valori  panafricani, si appoggia a ONG poco limpide, corrompe magistratura e forze dell’ordine e s’infiltra in Europa prima col racket della prostituzione a poco prezzo nelle baraccopoli più squallide e poi col narcotraffico. C’è una mafia che si muove con una intelligenza brutale e che sa fare accordi con le organizzazioni criminali di ogni luogo.

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E’ “Ascia nera” la mafia nigeriana, oggetto del recentissimo saggio di approfondimento scritto dal sociologo barese Leonardo Palmisano intitolato, appunto, “Ascia nera. La brutale intelligenza della mafia nigeriana” (2019, Fandango edizioni) che verrà presentato domenica 23 giugno alle 17,30 nell’ambito della rassegna “Gioios…Arte” in programma a palazzo Amaduri di Gioiosa Ionica.

L’autore, che chiude con “Ascia nera” la trilogia sugli sfruttati iniziata con “Ghetto Italia. I braccianti stranieri tra capolarato e sfruttamento” (2015) e “Mafia caporale” del 2017 (tutti editi da

Fandango) torna ad approfondire le tematiche legate alla criminalità legata allo sfruttamento degli ultimi, dei migranti centrafricani in fuga verso l’Europa in cerca di fortuna e che poi si ritrovano a prostituirsi per strada o a spacciare stupefacenti, mentre nel loro Paese danno vita a una sorta di welfare parallelo in barba alle leggi statali, che in realtà assume spesso i contorni dell’usura.

Sono disperati indebitati fino all’osso quelli che la mafia nigeriana recluta in giro nel mondo e che sfrutta per i suoi disegni criminali.

E questi disperati sono i protagonisti degli incontri di Palmisano, scrittore ed etnografo a capo della cooperativa “Radici Future” che, cresciuto nei contesti difficili della sua Bari, non ha difficoltà a creare il giusto approccio umano con le vittime dei sistemi criminali, tracciandone, nelle poche battute di capitoli snelli e assai fruibili alla lettura, dei profili assolutamente autentici.

Si legge di tutto in “Ascia nera”: dalla prostituta che rimpiange il viaggio della speranza con giorni e notti trascorse in una sperduta spiaggia libica in attesa del gommone che l’avrebbe portata in Italia, fino agli incontri coi boss e gregari della spietata organizzazione criminale nigeriana capeggiata da un oscuro personaggio come Felix Kupa.

Un’occasione, quella di domenica 23, per conoscere di più una delle realtà criminali ormai consolidate a livello mondiale ma della quale si parla – ancora – troppo poco.

 

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