Dom. Ago 18th, 2024
FILE - In this March 29, 2018, file photo, the logo for Facebook appears on screens at the Nasdaq MarketSite in New York's Times Square. Facebook CEO Mark Zuckerberg is set to testify before a House oversight panel on April 11 as Congress and U.S. regulators consider how to deal with the social media giant amid a privacy scandal. (ANSA/AP Photo/Richard Drew, File)

I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Sibari hanno dato esecuzione
all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal G.I.P.
presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta di questa Procura della Repubblica,
guidata dal Procuratore Dr. Eugenio Facciola, nei confronti di F.I., di anni 58, un c.d.
“stalker” che diffondeva pubblicazioni pornografiche sul social network Facebook, mediante
la tecnica del fotomontaggio, apponendo il viso di persone su corpi di donne nude in pose o
atteggiamenti sessuali espliciti.
A conclusione di una complessa indagine sviluppata anche in ambito internazionale, le
Fiamme Gialle, su delega del Pubblico Ministero Dr. Antonino Iannotta, hanno individuato
e poi arrestato il responsabile di reiterati atti persecutori (art. 612 bis C.P.) e diffamazione
(art. 595, comma 3, C.P.).
Le vittime, in particolare due coniugi, ma anche parenti stretti ed amici, erano destinatari di
plurime condotte offensive consistenti in numerosi atti persecutori perpetrati attraverso la
diffusione sul social network Facebook, tramite differenti e numerosi (falsi) profili creati ad
hoc, fotomontaggi pornografici – dal contenuto marcatamente offensivo per la dignità e
l’integrità morale delle vittime.
Alcune vittime venivano “bombardate” da sms molesti od offensivi aventi contenuto sessuale
sulle utenze private; altre ricevevano telefonate moleste e sgradevoli con l’utilizzo di volgari
ed offensivi appellativi.
Ma soprattutto su falsi profili Facebook venivano postati e diffusi messaggi dal contenuto
forzatamente romantico, frasi offensive e fotomontaggi di esplicito carattere pornografico
inviati anche a profili di parenti ed amici delle vittime.
I reiterati atti persecutori determinavano un perdurante stato di ansia e paura costringendo le
vittime ad alterare le proprie abitudini di vita, generando un complessivo effetto
destabilizzante della serenità e dell’equilibrio psicologico. In particolare una vittima, a seguito delle condotte reiterate di stalking, ha dovuto cambiare per quattro volte il proprio numero di cellulare, cambiare lavoro ed uscire di casa
accompagnata, con evidente stato di ansia e timore per la propria incolumità.
Molestie che si sono estese anche a parenti ed amici delle principali vittime degli atti
persecutori, fino ad arrivare ad offese a parenti defunti.
La maggior parte dei falsi profili Facebook utilizzati venivano rapidamente disattivati
impedendo l’individuazione dell’”Indirizzo Facebook” e quindi del responsabile.
Due profili Facebook sono stati tempestivamente individuati attivi e pertanto con un decreto
di acquisizione dei “file log” in lingua inglese è stata inoltrata richiesta di informazioni al
portale “Facebook Security Department” reso disponibile dal social network.
L’analisi dei dati comunicati dal Social Network consentiva di risalire agli indirizzi IP
utilizzati sia in fase di registrazione che nei successivi accessi ai falsi profili.
Risaliti quindi all’operatore telefonico nazionale sono stati acquisiti i numeri telefonici
collegati individuando tre utenze telefoniche di rete fissa, riferibili a soggetti terzi ignari,
che lo stalker aveva indebitamente utilizzato. La successiva attività investigativa svolta dai
Finanzieri ha consentito comunque di individuare compiutamente il responsabile.
Per il presunto stalker, il Giudice per le Indagini preliminari ha dunque disposto gli arresti
domiciliari presso la propria abitazione con divieto di comunicare con qualsiasi mezzo –
telefonico, telematico, informatico o digitale – con persone diverse da quelle che
compongono il nucleo familiare convivente.
Per le condotte illecite tenute, l’uomo rischia ora una condanna fino a otto anni di
reclusione.

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