Ven. Nov 22nd, 2024

Francesco Seminario, insieme ad altri nove indagati, avrebbe ottenuto voti promettendo benefici e lavori pubblici in cambio di sostegno elettorale, secondo la DDA di Catanzaro

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Uno “stretto legame” con i vertici della cosca Tallarico della ‘ndrangheta ,”grazie al quale ha ottenuto l’elezione a sindaco, a fronte della promessa di benefici, tra cui l’assegnazione di alcune commesse comunali per alcuni lavori edilizi e di altre utilità di prossima realizzazione”. É quanto afferma la Dda di Catanzaro, in una nota stampa, facendo riferimento al sindaco di Casabona, Francesco Seminario, arrestato insieme ad altre nove persone nell’operazione “Nemesis” con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. “Seminario – si aggiunge nella nota, a firma del Procuratore della Repubblica facente funzioni, Vincenzo Capomolla – prima delle elezioni amministrative del 2021, avrebbe reperito un cospicuo bacino di voti tramite la cosca Tallarico e i suoi affiliati che gli hanno consentito di raggiungere l’obiettivo dell’elezione. In più Seminario si sarebbe avvalso dell’ausilio di altri appartenenti all’Amministrazione comunale”, tra cui l’assessore De Giacomo, “per favorire gli interessi degli esponenti della cosca, con riguardo, in particolare, alle attività imprenditoriali nel settore dell’edilizia riconducibili allo stesso gruppo criminale, ai vantaggi nell’indebito godimento di beni pubblici, ad aree destinate a piano per insediamenti industriali, ad assunzioni ed allo svolgimento di attività lavorative”. I risultati delle indagini, condotte dai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale, hanno permesso di delineare la gravità indiziaria riguardo l’attuale operatività della ‘ndrina di Casabona e di rilevare i suoi interessi criminali in seno alla realtà politica e imprenditoriale del territorio”. La famiglia di ‘ndrangheta Tallarico di Casabona sarebbe stata in contatto, tra l’altro, con i capi ed i sodali delle cosche dei vicini territori di Rocca di Neto, Petilia Policastro, Cirò e di Cirò Marina e della frazione Papanice di Crotone “finalizzati – riferisce la Dda – al mantenimento, nell’area di competenza, degli affari, connessi con lo spaccio di sostanze stupefacenti e con altre attività delittuose in grado di garantire le risorse economiche necessarie anche per l’alimentazione della ‘bacinella’, dedicata, tra l’altro, al soddisfacimento dei bisogni dei sodali detenuti e delle loro famiglie”. “L’indagine – é detto ancora nella nota stampa – ha consentito altresì di rilevare le modalità operative del sodalizio anche a protezione delle sue attività illecite rispetto ai possibili controlli da parte delle forze dell’ordine, nonché a tutela degli interessi economici della consorteria anche mediante il controllo e il condizionamento della vendita all’asta di beni collocati sul suo territorio di influenza”