Dom. Ago 11th, 2024

Archeologia e turismo , un binomio che da sempre costituisce per molte zone del nostro Paese un autentico toccasana per produrre economia in un settore, forse l’unico, che è rimasto trainante in un momento in cui la crisi è latente in molti altri settori. Ma perchè, ci chiediamo, nella Locride non funziona ? Eppure questa parte del territorio della provincia reggina annovera al suo interno siti di straordinario interesse , due Musei, quello di Locri e di Monasterace che contengono reperti di indubbia importanza storica, resti antichi sparsi in molti angoli del territorio , il Musaba, struttura artistica all’avanguardia che , già in altri tempi, piaccia o non piaccia, ha richiamato l’attenzione internazionale. Ed ancora una miriade di strutture di notevole pregio sparpagliate nei suoi tanti borghi antichi. Un patrimonio immenso che, però, non riesce ad assolvere quello che dovrebbe essere il suo compito principale, ovvero richiamare flussi continui di turisti. L’interrogativo non è peregrino se solo si pensa che in altri territorio del nostro Paese, basta la presenza di un semplice “qualcosa” per costruirvi intono una fonte di attrazione con risvolti e richiami di notevole portata. Perchè, dunque, la Villa Romana di Contrada Palazzi di Casignana , che pure è sito piu’ volte accostato a quello di Villa Almerina non è divenuta dopo tanti anni dalla sua scoperta fonte di grande attrazione ? E perchè il Naniglio di Gioiosa Jonica continua a rimanere un’ oasi trascurata, al pari del Museo di Monasterace quasi fossero corpi estranei in un percorso, purtroppo ancora immaginario, di un territorio , questo della Locride, che potrebbe , e dovrebbe, poggiare la sua economia proprio sul grande turismo. ? Proprio martedi pomeriggio presso il Museo di Locri si è tenuta una conferenza stampa per presentare una interessante iniziativa che avrà luogo venerdi , ovvero il convegno dal titolo ” Mythos – Uomini e divinità nei Miti antichi” imperniato su Demetra e Persefone . A fare gli onori di casa è stata la direttrice del Parco Archeologico di Locri Rossella Agostino, affiancata per l’occasione dalla presidente del Sidus Club di Siderno Albarosa Dolfin, dalla filologa Paolo Radici Colace ( università di Messina) e dalla segretaria Aicc, delegazione Locride, Lucia Licciardello. Anche in questa occasione , senza entrare nel merito dell’interessante iniziativa che si terrà presso il Palazzo della cultura di Locri e che registrerà, tra gli ospiti, anche importanti personaggi del settore tra i quali l’archeologa Francesca Pizzi, la storica delle Religioni, Mariangela Monaca, e la storica Elena Santagati, si è posto l’accento sulla necessità che l’importante settore sia maggiormente attenzionato. Certo, da quaranta anni a questa parte, lo stesso Museo di Locri ha fatto notevoli passi avanti , in particolare nell’ultimo decennio , quando in maniera molto opportuna, grazie anche ad un necessario cambio di mentalità si è maggiormente “aperto” al pubblico. Ma ancora, malgrado gli sforzi che bisogna ampiamente riconoscere alla dott. ssa Agostino, siamo lontani dalla dalla possibilità che diventi grande attrattore di pubblico. Di quel pubblico, per intenderci, che decida specificatamente di arrivare nella Locride per visitarlo. E, tendendo conto delle altre potenzialità esistenti, gli sforzi degli organismi competenti, in primis della Regione, dovrebbero essere indirizzati proprio a costruire le premesse perchè ciò avvenga. Magari lavorando e promozionando un possibile percorso turistico ad hoc che tenga conto proprio delle notevoli presenze archeologiche . Il resto dovrebbe venire di conseguenza visto che è fuor di dubbio che il territorio della Locride non solo è una terra di straordinaria bellezza che presenta invidiabili panorami favoriti, peraltro, dalla sua disomogeneità territoriale e ambientale, ma è anche zona dove si possono gustare prodotti enogastronomici di prima qualità che sono ulteriore punto di forza per accrescere il patrimonio di richiamo turistico esistente .

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Aristide Bava

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