Mar. Lug 16th, 2024

«Non me li ha mai fatti vedere forse per loro sono un mostroFrancesco se colpevole paghi»

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Chiede che gli venga affidato il figlio minorenne Rocco Sfara, 44enne travolto suo malgrado dalla triste vicenda che ha coinvolto l’ex moglie Susanna Brescia, finita in carcere con l’accusa di essere stata, insieme con l’amante Giuseppe Menniti, la presunta organizzatrice del feroce omicidio di Vincenzo Cordì, cameriere di Roccella Jonica, trovato carbonizzato il 13 novembre scorso nelle campagne di San Giovanni di Gerace. In carcere, lo ricordiamo, è finito anche Francesco Sfara, 22 anni, nato dal primo matrimonio della donna, con Rocco, il quale ora non riesce a darsi pace anche per gli altri due figli, Giuseppe, da poco diciottenne e Nicola, 14 anni che, nonostante l’affido congiunto, non vede dal momento della separazione, nel 2009.

«Sono preoccupato soprattutto per Nicola, so che ora vive con la nonna, ma vorrei recuperare lo “strappo” che si è creato in questi anni, visto che la mia ex moglie non mi ha mai permesso di vederlo – spiega Rocco amareggiato. – All’inizio Susanna era una donna tranquilla, – racconta – è cambiata dopo la nascita di Francesco, ha voluto lavorare, fare la cameriera e la barista di notte, nei lidi. A me questo non stava bene, perché io lavoravo in una azienda agricola e tornavo la sera tardi. L’unico che restava ad aspettarmi era il piccolo Nicola, che non andava a letto prima di salutarmi».

Rocco parla del progressivo sgretolamento di un sogno, inseguito per anni, di una famiglia serena con figli. Un sogno che si è scontrato con una convivenza difficile e col clima irrespirabile in casa, che l’ha segnato profondamente: «Mi ha perfino denunciato per tentata violenza e sequestro di persona, accuse archiviate dai giudici – spiega ancora Rocco. – Dopo la separazione ho vissuto momenti difficili, mi ha aiutato l’impegno nell’associazione di volontariato “Misericordia”. È così – aggiunge – che ho conosciuto Rosanna, anche lei volontaria, mia attuale moglie e preziosa compagna che ha da subito considerato i miei tre figli come suoi. Purtroppo, a parte Francesco, che è venuto per qualche mese ad abitare a Titi, gli altri due sono ormai degli sconosciuti, e temo che siano stati talmente plagiati dalla madre, da considerarmi un mostro, visto che non hanno mai espresso il desiderio di incontrarmi. Non è così. Anche se con amarezza, ritengo che Francesco, se davvero fosse realmente implicato nella vicenda della madre, è giusto che paghi per i suoi errori. Ora mi sono attivato per avere in affidamento almeno Nicola, con la speranza che abbia conservato di me un bel ricordo e che non si sia sentito tradito dal mio “abbandono”. Vorrei fargli sapere – conclude – che mi farebbe piacere incontrarlo anche se in presenza delle autorità competenti per cercare di recuperare un rapporto che si è interrotto, ma non per mia scelta».

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