Ven. Nov 22nd, 2024

Regge l’impianto accusatorio del maxi processo contro la cosca Commisso di Siderno scaturito dall’operazione denominata “Bene Comune-Recupero”. Ieri la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha, infatti, sostanzialmente confermato quanto disposto dal Tribunale di Locri. Condannato a 12 anni di reclusione, per associazione mafiosa, l’ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni. Confermata anche la condanna a 17 anni di carcere per il presunto boss Riccardo Rumbo.
Ridimensionata la pena per Francesco Muià, che da 26 anni di carcere passa a 24 anni e sette mesi, mentre per Michele Correale la pena inflitta ammonta a 24 anni. Correale Giuseppe è stato condannato a 14 anni e 8 mesi, è di 6 anni e sei mesi di carcere la pena che i giudici hanno deciso per Giuseppe Napoli. Giuseppe Muià è stato condannato a 13 anni e 6 mesi, Antonio Futia a 13 anni di carcere, Cosimo Ascioti a 10 anni e nove mesi di reclusione. Confermate le condanne invece a 11 anni di carcere per Michele Costa e Riccardo Gattuso; 10 anni per Domenico Giorgini e 10 anni e sei mesi ad Antonio Costa. 9 anni e sei mesi sono stati confermati per Michele Futia classe ’90, mentre è di 6 anni e 10 mesi la condanna che i giudici hanno deciso per Antonio Galea mentre per Michele Futia, classe 1933, la pena è stata rideterminata in sei anni e 8 mesi di carcere. Ammonta a 5 anni di carcere la pena inflitta a Giorgio Futia, Vincenzo Figliomeni, ha rimediato 4 anni e sei mesi, e Antonio Scarfò 3 anni di reclusione. Assolti in Appello Michele Sorbara, Antonio Commisso, Cosimo Commisso e Vincenzo Commisso. Prescrizione invece per Domenico Figliomeni classe ’65, Francesco Figliomeni classe ’67, Giuseppe Figliomeni, Maria Figliomeni e Gennaro Tedesco, mentre per Carlo Scarfò confermata la condanna di primo grado. Confermata anche l’assoluzione di Massimo Pellegrino poiché è stato rigettato l’appello della Dda.
L’operazione “Bene Comune-Recupero” fu eseguita dalla polizia a fine 2010 e portò in carcere decine di presunti affiliati ad una delle più potenti cosche di ‘ndrangheta della Locride. Le indagini, condotte dal pubblico ministero antimafia Antonio De Bernardo, avrebbero accertato come molti degli interessi economici della ‘ndrina, e dell’intera cosca Commisso, si fossero spostati oltreoceano. In Canada, secondo gli investigatori, a causa di divergenze sulla gestione degli affari derivanti dall’apertura di alcuni esercizi pubblici, sarebbero sorti contrasti in seno alla ‘ndrina, tra la famiglia Figliomeni, da un lato e Antonio Galea, Domenico Giorgini e Tito Figliomeni, dall’altro.

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ALESSANDRA BEVILACQUA

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