L’unica proposta presentata dal Consorzio autolinee non è stata accettata a causa di lacune nella documentazione e nella garanzia dei posti di lavoro. La gestione straordinaria continua fino al 31 gennaio, ma per il futuro si prospetta una nuova gara
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La situazione di Amaco, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale, resta un capitolo irrisolto e una vera e propria ferita aperta per la città. L’unica proposta ricevuta per l’affitto del ramo d’azienda, quella avanzata dal Consorzio autolinee del gruppo Carlomagno, è stata dichiarata inammissibile per gravi carenze. A darne notizia è stato il curatore fallimentare, Fernando Caldiero, che ieri ha informato il giudice fallimentare, Francesca Familiari, e successivamente anche le altre parti coinvolte nella vicenda, tra cui Regione, Comune, Cometra, Astra e i sindacati.
La bocciatura dell’offerta comporta uno stallo totale: tutto da rifare, mentre la clessidra del tempo continua a svuotarsi, senza certezze per il futuro dell’azienda e dei suoi dipendenti. Per il momento, la gestione straordinaria di Amaco continuerà in regime di proroga fino al 31 gennaio 2024. Oltre quella data, però, non è chiaro cosa accadrà, sebbene sia possibile che venga bandita una terza gara per l’affitto dell’azienda.
La domanda, però, che tutti si pongono è: cosa è successo? Perché l’offerta del gruppo Carlomagno è stata giudicata inammissibile? Secondo quanto riportato dal curatore, il motivo principale della bocciatura sarebbe stato un deficit nella fideiussione allegata all’offerta, ma c’è un’altra questione che ha probabilmente determinato la mancata accettazione. Il Consorzio non avrebbe infatti garantito il mantenimento dei livelli occupazionali per i 111 dipendenti che lavorano nell’area del trasporto pubblico locale di Amaco. In altre parole, non è stata assicurata la permanenza in servizio dei lavoratori, un aspetto fondamentale per i sindacati, che non hanno potuto trattare con il gruppo Carlomagno su tale punto, proprio perché la procedura riguardava un affitto d’azienda, non una cessione.
Giovanni Angotti, della Filt Cgil, ha espresso la sua perplessità in merito alla vicenda: «Non è possibile trattare sui posti di lavoro in un bando per l’affitto d’azienda. L’organico non si può toccare, quindi non capiamo le ragioni della bocciatura». Tuttavia, Angotti ha anche rassicurato che il curatore Caldiero ha promesso di chiedere una nuova proroga per pubblicare un nuovo bando, che sarà sostanzialmente uguale al precedente, nella speranza che possano partecipare altre aziende e finalmente arrivare a una soluzione per la gestione di Amaco.
Nel frattempo, la situazione resta in bilico, con le istituzioni locali che monitorano l’evolversi della situazione e con i sindacati pronti a difendere i diritti dei lavoratori, che restano il nodo cruciale di questa complessa trattativa.