Dom. Ago 25th, 2024

Ogni mercoledì, sabato e domenica, proseguono, senza alcuna pausa, gli incontri di preghiera con i sacerdoti e Fratel Cosimo, al santuario Nostra Signora dello Scoglio, meta di pellegrinaggi da ogni parte del mondo. Il mercoledì e il sabato, gli incontri di preghiera hanno inizio dalle ore 16:00, mentre la domenica, viene celebrata la Santa Messa alle ore 11:00 e l’incontro di preghiera pomeridiano inizia intorno alle ore 17:00 con il Santo Rosario. Il primo sanato del mese, e in tutte le occasioni particolari e/o speciali, è sempre il Vescovo della Diocesi di Locri – Gerace, a presiedere le sacre funzioni e per il 5 agosto è previsto un evento molto importante il cui programma verrà diffuso in questo mese. Intanto, il primo luglio, monsignor Francesco Oliva, successore degli Apostoli, ha presieduto una solenne concelebrazione eucaristica e ha effettuato, come sempre, una illuminante omelia, sul significato e l’importanza dell’accoglienza. Un valore che è cristiano e umano, che è imprescindibile e che eleva spiritualmente l’uomo. Fratel Cosimo, traendo sempre spunto da un passo biblico ha effettuato l’evangelizzazione, prima della solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo, dicendo: Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Con queste parole riportate nel Salmo 118 al v. 26 della Bibbia, rivolgo a tutti voi un saluto di pace e un cordiale benvenuto nel Santuario Nostra Signora dello Scoglio. Cari fratelli e sorelle, dopo il mese di Maggio dedicato alla Vergine Maria, ed il mese di Giugno al Sacratissimo Cuore di Gesù, la S. Chiesa ha stabilito che il mese di Luglio sia dedicato al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo. Il santo romano Gaspare del Bufalo, fondatore della Congregazione dei missionari del Preziosissimo Sangue, ha nutrito e praticato per tutta la sua vita, una profonda e autentica devozione al Sangue di Cristo. Anche noi che forse pratichiamo tante altre devozioni, dovremmo prendere esempio da San Gaspare del Bufalo, e praticare la devozione per eccellenza al prezioso Sangue di Gesù Cristo, riconoscendo ovviamente che attraverso lo spargimento di quel sangue, Gesù ha procurato la nostra eterna salvezza. Ora, col proposito di voler praticare nella nostra vita questa devozione salutare al Sangue di Cristo, vogliamo ascoltare i versi dal 37 al 40 del capitolo 10 del Vangelo di Matteo. Così dice Gesù: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato”. Amati fratelli e sorelle in Cristo, abbiamo appena ascoltato le parole di Gesù riportate dall’Evangelista Matteo, esse illustrano in maniera chiara, il significato di tutto il discorso di Gesù ai suoi discepoli. “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me”. Facciamo bene attenzione; Gesù non dice di non amare il padre o la madre, il figlio o la figlia, ma precisa: “più di me”; il che significa che per un vero figlio o figlia di Dio, il Signore deve avere il primato assoluto nella sua vita, cioè, deve essere amato in primo luogo. Insomma, dobbiamo capire che l’amore verso il Signore deve essere assoluto. Lo Spirito Santo mi riporta alla mente quando Mosè ricorda ad Israele, che deve amare il Signore con tutto se stesso, e questo sta scritto nel Libro del Deuteronomio c. 11 v. 1: “Ama dunque il Signore tuo Dio, e osserva sempre quello che dice di osservare: le sue leggi, le sue prescrizioni e i suoi comandamenti”. Lo stesso principio se vogliamo, ovviamente vale anche per noi oggi. L’amore per il Signore deve coinvolgere la nostra anima, il nostro spirito e la nostra mente, osservando la sua volontà, in quanto, come più volte abbiamo detto, solo con l’ubbidienza al Signore, possiamo dimostrare in modo concreto l’amore verso di Lui. Gesù, nel Vangelo di Giovanni c. 14 v. 21 è, assolutamente categorico. Egli dice: “chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama”. Dobbiamo tenere presente una cosa: il Signore non sa che farsene di un amore dichiarato solo a parole, ma non accompagnato dai fatti. Vi faccio un esempio pratico: è, come un marito, che dice a più riprese di amare la propria moglie, ma non fa niente per lei, non si prende cura di lei, non la protegge, ma dimostra solo menefreghismo ed egoismo. Diremmo praticamente che quel tipo di marito ama veramente la propria moglie? Io penso proprio di no. Voi che ne pensate? Così se vogliamo, è verso il Signore. Quindi, solo se noi ameremo il Signore più degli stessi legami famigliari stretti, potremmo essere degni di Lui come dice Gesù. E’ molto importante questo. L’apostolo San Paolo, possiamo dire, amava il Signore più di se stesso, più di ogni altra cosa. Interroghiamoci: è così anche per ciascuno di noi? Nel Vangelo di Matteo che abbiamo ascoltato, il Signore Gesù prosegue dicendo: “chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà”. Fratelli e sorelle, se ci rendiamo conto, il Signore Gesù con queste parole è come se ci volesse lanciare una sfida: siamo noi pronti a prendere la sua croce e ad andare dietro di Lui? Cosa vuole significare realmente tutto questo nel vero senso della parola? Ecco, cosa dirà il Signore nello stesso Vangelo di Matteo al c. 16 v. 24 – 25 ripetendo ancora lo stesso concetto: “se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà”. Ecco cosa significa “rinunciare a se stessi”. Seguire il Signore Gesù, comporta il percorrere un sentiero duro, un sentiero non facile ma difficile, pieno di ostacoli, ovvero il sentiero se vogliamo, già percorso dal Maestro. Prendere la croce del Signore, significa dire a noi stessi rinuncio a ciò che sono, perché non appartengo più a me stesso, ma appartengo a Cristo. Miei cari, dobbiamo imparare dal Signore Gesù, il quale sopportò la croce, dobbiamo tenere lo sguardo sempre fisso su di Lui, che per primo prese la sua croce, ma non solo per darci un esempio, ma per sacrificarsi per ciascuno di noi. Quindi, siamo chiamati a rinunciare a noi stessi, perché il Signore Gesù, per primo, rinunciò alla gloria e alle ricchezze per umiliarsi, farsi servo, per essere ubbidiente infino alla morte, e alla morte della croce. Se vogliamo davvero seguire Gesù, bisogna essere disposti a mettere a rischio la propria vita. La Vergine Santissima, Nostra Signora dello Scoglio, ci dia questo coraggio, affinché nel portare la croce quotidiana, nel sopportare la prova attraverso la sofferenza, dimostreremo chiaramente di amare davvero il Signore più di ogni altra cosa, cioè, più del padre, della madre, del figlio o della figlia, come dice Gesù nel Vangelo che abbiamo ascoltato. Dio vi benedica” – ha quindi concluso il mistico locrideo – “e sia lodato Gesù Cristo”.

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