Mar. Lug 16th, 2024

Una narrazione sbagliata: il broker legato ai clan di Platì ucciso in un regolamento di conti non mafioso. Processo al presunto autista dei killer

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L’omicidio di Paolo “Dum Dum” Salvaggio, avvenuto l’11 ottobre 2021 a Buccinasco, alle porte di Milano, ha destato l’attenzione delle forze dell’ordine e dei magistrati antimafia, ma sorprendentemente sembra sfuggire alla trama delle dinamiche mafiose calabresi. Salvaggio, 60enne broker della droga con legami consolidati con una potente cosca originaria di Platì, è stato ucciso in pieno giorno, ma gli investigatori escludono che l’atto sia stato motivato da dispute interne alla mafia calabrese.

Nonostante i suoi stretti legami con la criminalità organizzata, l’omicidio sembra essere il risultato di dissapori nati all’interno del carcere, dove Salvaggio era stato rinchiuso in passato come parte di un’inchiesta antimafia contro le cosche trapiantate nel Nord Italia. Rilasciato nel 2021 per gravi problemi di salute, Salvaggio è stato raggiunto da due uomini in sella a uno scooter Yamaha TMax mentre pedalava lungo via della Costituzione, per poi essere ucciso con quattro colpi di pistola, uno dei quali a bruciapelo alla testa.

Le indagini dei carabinieri hanno portato alla luce il ruolo del 45enne Benedetto Marino, residente a Inveruno e successivamente arrestato in Sicilia, in provincia di Catania. Le telecamere di sorveglianza hanno catturato il killer mentre saliva a bordo di una Peugeot 3008, guidata dallo stesso Marino, poco distante dal luogo dell’omicidio di Salvaggio. Il processo contro Marino davanti alla Corte d’assise di Milano è iniziato oggi, gettando ulteriori luci su questo intricato caso di violenza

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