Mar. Lug 16th, 2024

Si chiude con numeri da record “in termini di presenza”, la quindicesima edizione di “Ai Confini del Sud”, manifestazione della cultura euro-mediterranea, ideata dal direttore artistico Massimo Cusato e ripresa (dopo alcuni anni di assenza) per volere dell’Amministrazione comunale.

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Una tre giorni, all’insegna della musica cantautorale con Francesco Baccini in duo con il chitarrista Michele Cusato, del funky con il ritorno dei Dirotta Su Cuba e della musica popolare dei Terraross, suonatori e menestrelli della Bassa Murgia, stili e sonorità che seppur differenti, hanno conquistato ed incantato il pubblico presente, in un’atmosfera resa ancora più magica, dal giardino della storica Fondazione Zappia.

«Ai Confini del Sud – ha detto l’assessore alla Cultura, Domenica Bumbaca – non è solo una kermesse musicale, ma anche culturale e quest’anno, questa quindicesima edizione, ha confermato di quanta bellezza ci sia nella musica. Ci riteniamo soddisfatti e da settembre, inizieremo a lavorare alla prossima edizione».

«Un bilancio assolutamente positivo –  ha altresì commentato il direttore artistico, Massimo Cusato – e i numeri di queste serate lo hanno dimostrato. Tanto è il lavoro dietro e probabilmente tre serate sono poche, stiamo valutando infatti, di estendere tale manifestazione a una settimana. Questo Festival rappresenta la mia idea di musica, diversi sono i generi che apprezzo, tanto da includerli nell’evento. Ringrazio l’Amministrazione comunale per aver dato a me e alla comunità della Locride, questa opportunità».

E ieri, all’ultima serata in programma, il ballo a suon di pizzica salentina, tamburelli e tarantella, dei Terraross, oggi nota realtà musicale e culturale, tanto da esser stati nominati dalle istituzioni locali della provincia di Taranto, “Gruppo Ufficiale di Terra Jonica”, ha fatto da padrone, trascinando in un turbinio di ritmi e colori, la comunità locridea e non solo.

“Ballate e non vi stancate mai” è proprio il motto che contraddistingue i Terraross, gruppo composto da 8 musicisti e due danzatori, una musica la loro, che “profuma di Sud”, figlia dell’amore e della passione per la propria terra, la Puglia.

Un ritmo, quello dei Terraross, che ha toccato in questi anni, non solo tutta l’Italia ma anche Australia, Svezia, Olanda, Belgio, Finlandia, Spagna, Russia, Austria, Germania, Inghilterra e Svizzera.

Ma come nascono i Terraross?

A raccontarcelo, il leader del gruppo, Dominique Antonacci« I Terraross, come tante cose belle – ha detto – nascono per caso. Da un’unione con il mio collega e amico Giuseppe De Santo, una sera di maggio del 2006, a Roma, sul Gianicolo, l’idea di costituire questo gruppo popolare, prima pugliese e poi del Sud Italia, per giocare insieme, un gioco che ci è piaciuto sempre di più, tanto da dare inizio ad una ricca esperienza lavorativa. Portiamo – ha aggiunto – i suoni, gli odori, le sensazioni della nostra terra ed il ballo è l’elemento cardine della musica popolare, è l’essenza della vita; è, in poche parole, una magia».

E la magia del ballo ieri sera è esplosa in un susseguirsi di tarantelle, pizziche e tammurriate, attraverso un percorso che ha toccato non solo il Salento ma anche brani della tradizione come “Lu Primm’ammore”, omaggiando al contempo, autori come Domenico Modugno e  Carosone con “O’ Sarracino”.

Il numerosissimo pubblico, posta così da parte ogni remora, si è lasciato coinvolgere dalle esilaranti indicazioni del frontman Antonacci,  improvvisando girotondi, trenini e sirtaki.

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