Mar. Lug 30th, 2024

Processo “Lampetra”: Verso la Sentenza di Secondo Grado per il Clan di Scilla

Il processo “Lampetra”, che coinvolge un gruppo legato alle ‘ndrine di Scilla, è giunto alla fase conclusiva in Corte d’Appello. Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Alfredo Sicuro e composto dai consiglieri Caterina Catalano e Cristina Foti, ha completato le discussioni dei difensori dei sedici imputati. Dopo la chiusura delle arringhe, il processo è stato rinviato al 12 settembre per un rinvio tecnico. In tale data, si attenderanno eventuali repliche della Procura generale, rappresentata dal sostituto procuratore Danilo Riva, che ha richiesto la conferma di tutte le condanne di primo grado, emesse il 28 novembre 2022. Successivamente, il collegio si ritirerà in camera di consiglio per la lettura della sentenza. Le parti civili coinvolte sono il Comune di Scilla e il Ministero degli Interni. Il processo “Lampetra” ha avuto origine dall’omonima operazione condotta dalla Procura distrettuale antimafia, mirata a smantellare la cosca “Nasone Gaietti” di Scilla. Nell’estate del 2021, i Carabinieri hanno eseguito un blitz che ha disarticolato un’organizzazione criminale responsabile del monopolio dello spaccio di droga tra Scilla, Bagnara e Sant’Eufemia in Aspromonte. L’inchiesta “Lampetra” è solo una delle numerose operazioni per contrastare i clan di Scilla. Recenti indagini come “Nuova Linea” e precedenti operazioni come “Cyranò” e “Alba da Scilla” dimostrano come questa cittadina, spesso definita la “perla del Tirreno” per le sue straordinarie bellezze naturali, sia storicamente soffocata dalla morsa mafiosa. Le estorsioni ai danni di commercianti, imprenditori e costruttori, insieme agli affari legati al narcotraffico, sono tra le principali attività criminali dei clan locali.

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Le motivazioni della sentenza di primo grado del processo “Lampetra” sottolineano come i clan scillesi monopolizzassero il controllo dello spaccio di cocaina e marijuana, nonché la compravendita di partite di droga per rifornire le reti criminali locali e dell’hinterland scillese, estendendosi fino a una parte dell’Aspromonte.

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