Confermate cinque pene, riformate le altre due. Assolti due imputati
Ha sostanzialmente retto anche in appello il filone in abbreviato del processo nato dalla maxi operazione denominata “Acero bis – Tipografic – Millepiedi”. Nel tardo pomeriggio di ieri la Corte di Appello di Reggio Calabria, (presidente Tarzia, consiglieri Minniti e Lauro) ha confermato 5 condanne, riformato due e mandati assolti due imputati.
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In dettaglio la seconda sezione penale ha confermato le condanne di Nicola Agostino (1 anno e 4 mesi e 4.445 euro di multa), Salvatore Agostino (3 anni e 4 mesi e 2.800 euro di multa), Antonio Femia (2 anni e 4 mesi), Roberto Prologo (3 anni e 4 mesi e 6.800 euro di multa), Nicola Prota (5 anni e 9.867 euro di multa). Ha riformato le condanne di Rocco Prota (3 anni 4 mesi e 6.800 euro di multa), Antonio Salvatore Malfone (4 anni e 7.200 euro di multa), assistito dagli avvocati Fabio Mesiti e Domenico Lupis. Sono stati assolti Domenico Calautti, difeso dall’avv. Davide Lurasco, e Francesco Caruso, assistito dall’avv. Sinopoli. Sono intervenuti anche gli avvocati Giuseppe Calderazzo, Leone Fonte, e Riccardo Misaggi. Per la Procura Generale ha preso parte all’udienza il sostituto della Procura generale Adriana Fimiani. La Corte reggina ha inoltre disposto la restituzione di quanto ancora in sequestro a Francesco Caruso, e la restituzione di un terreno a Gioiosa Jonica e di un’attività commerciale intestata alla coniuge di Antonio Malfone. Disposta la restituzione di un’auto «di proprietà della coniuge di Roberto Prologo». I giudici, hanno infine condannato alcuni degli imputati al pagamento delle spese processuali alle parti civili.
L’inchiesta “Acero bis – Tipografic”, coordinata dalla Dda reggina, è stata eseguita congiuntamente dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Scico di Roma, e dai carabinieri del Ros, del comando provinciale di Reggio e dello Squadrone eliportato Cacciatori di Calabria”, ed ha visto coinvolti soggetti in gran parte residenti a Gioiosa Jonica. Un ruolo fondamentale è stato quello svolto da un creditore che è diventato testimone di giustizia consentendo agli inquirenti di scoperchiare il coperchio su un sistema criminoso che pretendeva tassi usurai fino al 15% mensile, e dal 40% a circa il 500% annuo.
fonte gazzetta del sud