Mer. Lug 17th, 2024

Dopo aver ricevuto l’input dell’uccisione di un povero disperato nelle campagne di San Calogero, è in atto uno sciacallaggio che prende di mira il neo Ministro degli Interni, un leghista che secondo qualche imbecille deve scontare il grave peccato di essere stato eletto Senatore in Calabria. Personalmente, mi sento di condividere il pensiero espresso a caldo da uno sbigottito Matteo Salvini, secondo cui la violenza non risolve alcun problema. Credo sia giunta l’ora che la politica, sul punto, faccia finalmente la propria parte, riaffermando, con decisione e senza mezzi termini, il netto bilanciamento tra la salvaguardia di irrinunciabili e naturali esigenze umanitarie e la tutela di regole condivise poste a presidio della civile convivenza. Il pensiero non può che correre ai valorosi militari Italiani, le cui divise sono cariche di gloria per gli innumerevoli salvataggi di disperati nelle acque del Mare Nostrum, senza perder tempo nel fare distinzione tra migranti regolari e veicoli di terrorismo o di manovalanza al servizio della criminalità organizzata, all’interno della quale ultima, sia ben chiaro, sembrano operare e proliferare, con buona dose di bieco cinismo, talune ONG. Ma, sia chiaro, non è più tempo per tollerare di continuare ad essere in balia dell’ipocrisia europea che vuole l’Italia, soprattutto quella del Sud, alla stregua di pattumiera d’Europa all’interno della quale sigillare tanto la disperazione del terzo mondo quanto la voglia di riscatto e sviluppo del Meridione. Il fenomeno dei migranti, con tutte le implicazioni che ne derivano, è la rappresentazione plastica di una nuova questione meridionale che si colloca all’interno di una pluridecennale e mai seriamente affrontata questione meridionale. È proprio qui, alle nostre latitudini, che lo Stato ha una straordinaria occasione per affermare la propria autorevolezza non solo con irrinunciabili slanci di umanità, ma anche con la giusta determinazione nell’affermazione delle regole poste a presidio della civile convivenza. Questa è una battaglia che dovrebbe essere di tutti, senza distinzione di colore politico. E rassicura molto che questa battaglia la condurrà in prima persona il Senatore della Calabria Matteo Salvini. Lasciamolo ai rosiconi il pregiudizio che risponde al solo, inadeguato obiettivo di buttarla in politica, e non è escluso che ciò obbedisca al fine di distrarre l’attenzione generale per consentire ai soliti affaristi di crescere e proliferare indisturbati. Sarebbe ora di assumere criteri netti, affidabili e trasparenti nell’orientare l’azione di governo, e ciò equivarrebbe ad intonare il de profundis per i vari Severgnini, Saviano, Zucconi, Fazio, Littizzetto, Grüber, Orfini, Martina & Co. Sono proprio loro i falsi maestri di quei giornalisti prezzolati che hanno costruito a tavolino l’attacco che Salvini non ha mai portato al Sindaco di Riace, rispolverando e manomettendo ad arte un video girato in occasione di una visita del Leader della Lega a Tropea nell’estate del 2017. La vera xenofobia è il patrimonio genetico di questa gentaglia che individua il nemico in chi non si omologa al pensiero unico, per poi additarlo al pubblico disprezzo. Matteo Salvini, per grazia di Dio, con questa teppaglia non ha alcun punto di contatto ed in forza di ciò è il “nostro” Ministro. Ministro della Repubblica Italiana!

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Oreste Romeo

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