Sab. Lug 27th, 2024

Il Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini Sidernesi sollecita l’attivazione di un piano con studi approfonditi per verificare la situiazione di Contrada Pantanizzi. Il Comitato sidernese è tornato, infatti, ad accendere i riflettori sulle problematiche ambientali di Siderno continuando la sua battaglia “per evitare che la città diventi il ricettacolo delle aziende a rischio”. In una sua nota, dopo aver ricordato che insieme all’Amministrazione e agli altri Comitati ambientalisti e associazioni presenti sul territorio, è stata organizzata, a Siderno ( 8 luglio) , l’imponente manifestazione a cui era stato dato il titolo “Siderno Salvati”., adesso, ad estate conclusa, è costretta a constatare che ” i problemi restano malgrado “i problemi della salute per molti cittadini e le loro famiglie che sono ammalati di gravi patologie sono prioritari e indifferibili”. Il Comitato ricorda le tre problematiche principali sono la questione Sika con il ventilato possibile inquinamento in Contrada Pantanizzi , il caso Bp e il problema dei rifiuti di San Leo. “Nessuna delle tre problematiche è facile da risolvere, ci vuole tempo, tenacia e costanza” ma intanto – dicono i responsabili del Comitato – avvertiamo la necessità quantomeno di affrontare in tempi immediati il problema dell’inquinamento dei pozzi di contrada Pantanizzi “. Ribadiamo – dice la nota – che per noi e per i cittadini residenti di Pantanizzi la presenza della Sika è incompatibile, in quanto le emissioni in atmosfera di sostanze tossiche e in alcuni casi potenzialmente cancerogene non ci lasciano tranquilli, malgrado l’azienda rispetti le norme previste. Il diritto al lavoro non deve contrapporsi al diritto alla salute e deve valere per qualsiasi territorio”. Poi sgombrato il campo da questioni tecniche approfondite, si ricordano le analisi effettuate da fine novembre 2016 fino a luglio 2017 sia da Arpacal sia dalla stessa Sika ( che non hanno dato risultati concordanti) e si afferma che “ I risultati di novembre erano fortemente preoccupanti in quanto alcune sostanze presentavano valori centinaia di volte maggiori del valore consentito. Parliamo di sostanze cancerogene (trielina, cloroformio e tetracloroetilene), non di colibatteri, che non sono piacevoli, ma non comportano tossicità e in alcuni casi morte”. Considerato che “Si sa che laboratori diversi danno risultati diversi” e che, quindi ” spesso occorre rifare i prelievi e le analisi” si afferma che “per poter capire e affrontare un problema sarebbe opportuno che i dati possano confrontarsi o almeno avere un andamento simile, altrimenti si rimane perplessi”. Fatte questi approfondimenti la nota aggiunge “La Regione ha stanziato dei fondi, acquisiti dal Comune per fare un piano di caratterizzazione della zona intorno alla Sika e insieme anche a noi si sta lavorando per scegliere le zone in cui scavare dei piezometri e rifare le analisi. In alcuni piezometri i dati sono confrontabili, in altri completamente diversi. Ci soffermiamo su questo punto, in quanto ragionando su valori diversi si arriva a conclusioni diverse per quanto riguarda l’origine della fonte inquinante. Non molto tempo fa si pensava da parte di Arpacal che l’inquinamento potesse venire da una fonte distante dai punti in cui si si sono fatte le analisi. Adesso si tende a pensare che l’origine possa derivare da sostanze sotterranee intorno alla Sika”. Ecco la necessità di opportuni approfondimenti. Nella conclusione la necessità immediata, dunque, di “studi approfonditi sulla zona” che la Regione dovrebbe attivare con un piano di caratterizzazione definitivo che ormai si attende da tempo. .

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Aristide Bava

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