Sab. Lug 27th, 2024

Muore il noto farmacista padre delle bande musicali giovanili calabresi. Il suo progetto culturale per il riscatto del territorio aveva sedotto Riccardo Muti.

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La città saluta Peppino Scerra, per la sua dipartita. Farmacista-galenico per professione, musicicista per filosofia di vita, con un bagaglio di rudimenti musicali per organo, impartiti dal padre a quel tempo maestro di fisarmonica su mandato del Conservatorio di Napoli, ha l’intuizione che si può far musica in modo diverso dai canoni antichi, del concetto del maestro unico e tutto fare, sia nell’insegnamento che nella direzione.
E’ assistendo ad un concerto, il 2 gennaio del 20, della Concert Banda di Melicucco, istituita da qualche anno dal fratello Nazzareno, che avverte il desiderio di “armonizzare” anche nella sua Delianova l’animo giovanile di quegli anni duemila, di offire alternative, di “occupare” le menti dei ragazzi con la più nobile delle discipline.
Si rivolge anche lui ai due giovanissimi del panorama musicale dell’entroterra, chiamando Maurizio Managò e Gaetano Pisano, seminaresi, il prima per nascita l’altro per adozione, ancora studenti in direzione d’orchestra, per affidargli il progetto che aveva disegnato nella sua mente. Una scuola di musica che comprendesse tutti gli strumenti per l’organizzazione di un’orchestra di fiati con tutte le sue sezioni, che i giovani Managò e Pisano organizzano per classi di strumento con maestro specificio, applicando l’innovativo metodo dell’uso dello strumento da subito creando, negli anni, una sorta di autogestione dell’insegnamento, con i ragazzi più grandi che insegnavano a quelli più piccoli. Quasi una nuova pedagogia musicale.
Non tardano i risultati, sia in ordine di coincolgimento, sia in ordine di successi musicali, rivouzionando, di fatto il concetto di “banda” che dalle marce delle feste patronali diventa di fatto orchestra da concerto e che man mano si va allargando oltr i confini regionali, capeggiando ogni tipo di concorso musicale, diventando esmpio da seguire.
Non sfugge al dottor Scerra la risondanza mediatica del progetto che insieme ai maestri sta portando avanti, come sta portando avanti, come non sfugge che spesso viene confuso il valore del progetto stesso. Più volte fa voluto ribadire il valore dela musica nella formazione dei ragazzi come concetto culturale e non come ripiego al malaffare. Certo è che la cultura, qualunque forma assume, ha una ricaduta positiva sul territorio, forse la musica in modo espondenziale, ma teneva, come tutti, a scorporare il messaggio che cominciava a passare che vedeva l’orchestra alternativa a definizioni stereotipe.
La svolta, definitiva, a coronamento del lavoro svolto, arriva con l’incontro con il maestro Riccardo Muti, a Reggio Calabria, al Cilea che se ne innamorava, tanto che da lì a poco Muti invitava personalmente i ragazzi e i loro maestri, a Ravenna al Festiva Internazionale della Musica.
In quell’occasione il maestro sottolineava ai ragazzi come “il fatto musicale, il vivere insieme, fare musica insieme è importante proprio per avere un’idea di una società in armonia. La dimostreazione che anche al Sua pu nascere ed esistere la disciplina, anche attraverso la musica”.
A Ravenna volle tutti sul palco, Muti, con Scerra testimone che la musica tutto può. Oggi l’Aspromonte risuonerà di armonia, forse quella che ha sempre pensato per il suo ultimo viaggio.

(fonte Quotidiano del Sud)

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