Dura protesta di associazioni ellenofone e sindaci dell’area grecanica contro il nuovo statuto per la “Fondazione per la Comunità Greca di Calabria”, con sede a Bova M., approvato dalla Regione. I motivi sono le modifiche all’organigramma, che prevede solo la figura del presidente, plenipotenziario per ogni attività, e del revisore dei conti, aboliti il consiglio di amministrazione (dunque partecipazione di sindaci e di esperti) e il direttore scientifico. Per capire cosa questo comporti, si pensi che l’attuale budget si aggira sui 4-500.000 euro: lo statuto, dunque, affida la gestione di tale patrimonio ad una sola persona (per altro, avulsa dalla realtà greco-calabra) con potere praticamente assoluto. Contestato anche il metodo per la designazione del comitato tecnico-scientifico, nominato dall’“assemblea di comunità”, priva di qualsiasi competenza per la valutazione dei requisiti scientifici richiesti. Proteste anche per l’assegnazione al presidente di una retribuzione di E. 50.000 l’anno, senza definizione dei requisiti necessari (titoli accademici, esperienza su minoranze e rivitalizzazione linguistica, conoscenza della peculiare condizione del greco-calabro, ecc.). Nessun riferimento alle ore di lavoro in sede che il presidente, vista la retribuzione, dovrà assicurare. Lo statuto permette al presidente della Regione di affidare l’istituto a chiunque, a suo piacimento, in spregio ai principi di efficienza, efficacia ed economicità. Inoltre, le retribuzioni di presidente e collaboratori (fino a 10.000 euro l’anno per persone scelte da lui) saranno a carico della fondazione, decurtate dal budget destinato alla difesa della lingua. Tale budget, però, sarà definito anno per anno in base alla disponibilità del momento, e dunque non esistono garanzie che la fondazione disporrà annualmente della somma sufficiente per le sue attività e per il personale. Acclarato che questo sistema è non funzionale, oltre che non etico, ci chiediamo anche se è legittimo che il presidente della Regione disponga di questa posizione, con tale retribuzione, a sua discrezione, senza avviso pubblico e selezione. Varie osservazioni sono state depositate al Coremil dal prof. Altimari, università di Cosenza, e inoltre, gli statuti per arbereshe e occitani non sono stati toccati. È stato evidenziato, infatti, che, essendo in itinere la modifica della legge 15/2003, dalla quale le fondazioni scaturiscono, è logico che prima si proceda alla modifica della legge e poi si aggiornino gli statuti. Ignoriamo per quali misteriosi motivi queste obiezioni siano state accolte per gli altri e respinte per i greci! Per tali ragioni, le sottoscritte associazioni, supportate dei sindaci dell’area, chiedono all’assessore alle minoranze linguistiche on. Gallo e per suo tramite al presidente della Regione on. Occhiuto, di bloccare l’attuazione dello statuto. Una bozza che recepirà le reali istanze della comunità ellenofona gli sarà presentata attraverso i sindaci e gli assessori alle minoranze linguistiche della città metropolitana e del comune di Reggio, per pervenire all’approvazione di un nuovo statuto, che sia di sostegno e non il colpo di grazia alla nostra antica e nobile lingua.
Continua....