Sab. Lug 27th, 2024

STRAGE DI GIOIA TAURO,

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LUNEDÌ 22 LUGLIO, ALLA STAZIONE FERROVIARIA,

ANPI, CGIL E FILT AREA METROPOLITANA DI REGGIO CALABRIA INSIEME PER RICORDARE LE  VITTIME E  i FERITI

DELL’EVERSIONE NERA E MAFIOSA

Contro la dinamite fascio-’ndranghetistica che 54 anni fa fece deragliare il treno Freccia del Sud, Siracusa-Torino Porta Nuova, e causò sei morti e 77 feriti all’altezza della stazione di Gioia Tauro, lunedì 22 luglio alle ore 10 una delegazione dell’ANPI Area Metropolitana Reggio Calabria, insieme alla CGIL e alla Filt Cgil Area Metropolitana Reggio Calabria, ricorderà quella Strage con una commemorazione nella piazzola interna della fermata ferroviaria. Non dobbiamo dimenticare che  la natura dolosa di quello strano ‘incidente ferroviario’ era stata negata dall’inizio e ci sono voluti anni perché la verità venisse, almeno in parte, a galla. In un primo momento il fatto fu imputato al cedimento strutturale di un carrello del treno, e la negligenza del personale che era alla sua guida. Solo il tempo, e alcune sentenze in processi contro la ’ndrangheta,  hanno permesso di riconoscere che il treno deragliò a causa delle bombe sui binari poste dal terrorismo di matrice neofascista con l’aiuto decisivo dei clan della Provincia di Reggio Calabria, che già, insieme, guidati dal generale nero Junio Valerio Borghese, avevano messo a ferro e fuoco la Città dello Stretto.  

Una Strage che rientrava nella Strategia della Tensione, infatti, un anno dopo, a Milano ci fu la Strage di Piazza Fontana e prima ancora quelle di Brescia, del treno Italicus, e della Stazione di Bologna. Come sappiamo, i 6 morti di Gioia Tauro sono vittime degli stessi Moti inziati nel 1969 a Reggio Calabria a causa della designazione di Catanzaro a capoluogo di Regione.  La Città dello Stretto rivendicava il diritto di essere capoluogo di regione, con ogni mezzo e a ogni costo. Durante le manifestazioni, componenti della criminalità organizzata collegati a frange dell’estremismo di destra, avevano ideato e organizzato azioni dirette a colpire le vie di comunicazione e gli elettrodotti.

Per questo l’ANPI Comitato Area Provinciale di Reggio Calabria continua la sua lotta nel territorio per dar voce e non dimenticare quegli avvenimenti che per troppo tempo sono stati  ignorati. E per non dimenticare quelle  vittime innocenti uccise dalla commistione tra l’eversione nera e la ’ndrangheta che proprio in quegli anni diventava forza economica e classe dirigente. 

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