Sab. Lug 27th, 2024

La Corte d’Appello ha confermato i sigilli sul villaggio in costruzione a Punta Scifo: prosciolti i cinque imputati

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Il “Marine Park Village” di Punta Scifo a Crotone si è rivelato un nodo intricato di controversie legali che hanno finalmente trovato un epilogo nelle aule di giustizia. Dopo anni di indagini e processi, la confisca è emersa come l’unica misura permanente in un panorama segnato da reati prescritti.

L’inchiesta condotta dalla Procura di Crotone ha messo in luce una serie di presunte violazioni penali legate alla realizzazione del villaggio abusivo, che è rimasto incompleto nel contesto di un’area vincolata da rigide normative ambientali, archeologiche e paesaggistiche.

Nell’ultima udienza presso la Corte d’Appello di Catanzaro, la richiesta del sostituto procuratore generale Giuseppe Cava ha portato al proscioglimento dei cinque imputati, tra cui dirigenti comunali, tecnici e imprenditori, poiché i reati contestati si sono prescritti nel corso degli anni.

Tuttavia, nonostante il proscioglimento degli imputati, la Corte ha deciso di mantenere i sigilli sui terreni e sulle opere del villaggio, considerando che il loro sequestro nel 2017 ha avuto l’effetto di prolungare i termini di prescrizione degli illeciti.

Parallelamente, è stata revocata l’obbligazione di ripristino dello stato dei luoghi che gravava su tre degli accusati principali. Tra di essi figurano i titolari del villaggio, Salvatore e Armando Scalise, la dirigente del Comune di Crotone, Elisabetta Dominijanni, l’ex funzionario del Municipio di Crotone, Gaetano Stabile, e il progettista dei manufatti, Gioacchino Bonaccorsi.

Questa decisione segna un punto di svolta nella lunga battaglia legale attorno al “Marine Park Village”, dove la confisca resta come l’unica misura tangibile in un contesto segnato da reati prescritti e controversie giuridiche complesse.

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