Sab. Lug 27th, 2024

SPIRITUALITÀ CRISTIANA È COACHING
II Dom di Quaresima B
Mc 9,2-10
“Per una autentica relazione di Coaching occorre Accoglienza, Ascolto, Alleanza, Autenticità”

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“In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti”.

ACCOGLIENZA
Nel Vangelo di Marco questa scena della Trasfigurazione vuole riprendere quello che è avvenuto nel Battesimo di Gesù e quello che avverrà nella sua Risurrezione; tra le Parole della voce che esce dalle nubi, come nel battesimo: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!” e quello che Gesù stesso dice ai suoi: “dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto”. Dunque la Trasfigurazione ci dice cosa è accaduto a Gesù e cosa gli dovrà accadere. Ma in tutto questo ciò che conta è lo splendore. Quello nel Battesimo, si aprirono i cieli; quello della Risurrezione si apri il sepolcro; quello della Trasfigurazione vesti bianchissime. Stiamo parlando di miracoli oppure di segni dati per la nostra fede. Dio non fa nulla per mettere in risalto sé stesso ma dona dei segni perché noi possiamo credere che Lui porta splendore nella nostra vita. in effetti in questa nostra scena lo capiscono anche i tre discepoli: “Rabbì, è bello per noi essere qui”. Accogliere lo splendore di una relazione piena di luce, di chiarezza, di trasparenza è quello che fa bene alla nostra anima e nel contempo donare relazioni che diano luce, chiarezza e trasparenza. Questo è il compito per esempio di una relazione di Coaching, rischiarare le ombre possibili della nostra vita.

ASCOLTO
Ma questo portare luce nella propria anima come è possibile? C’è bisogno di parole efficaci. Emily Dickinson diceva: “Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere”. Immaginiamo ora cosa significa sentirsi dire queste parole spendenti: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”. E ora senza immaginare, ma pieni di convinzione, sapere che ogni giorno, ogni santo giorno, Dio le ripete per me, per te, per ogni uomo. Ogni giorno io sono il figlio Suo, sono amato da Lui, sono ascoltato da Lui. Dio mi ascolta. Dio mi tiene in considerazione. Io sono importante per Dio. In una relazione efficace di Coaching significa che la relazione è tra due persone uniche, entrambe ricche di risorse, entrambe con la voglia di crescere ed evolversi. In fondo la trasfigurazione, in greco Metamorfosi, dice proprio di una crescita, di una evoluzione di Gesù. Egli sta progredendo verso l’obiettivo che ha scelto: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.

ALLEANZA
Questa scena della Trasfigurazione è ricca di alleanze: Gesù che porta con sé Pietro, Giacomo e Giovanni; Gesù che conversa con Mosè ed Elia; il Padre che fa udire la sua voce. È lo stesso Gesù che cerca queste alleanze. Porta con sé i discepoli; conversa con i Profeti; sale su un alto monte per ascoltare la voce del Padre. Anche Gesù sente la necessità di ancorare la sua vita a delle relazioni costruttive. Quella fondante con il Padre. Quella fatta di memoria, i Profeti. Quella fatta nel presente con i suoi discepoli. E tutto questo è un grande insegnamento per noi.

  • Qual è il fondamento delle nostre relazioni? Su cosa fondiamo le nostre relazioni?
  • Di quali relazioni autentiche facciamo memoria? E cosa hanno detto alla nostra vita?
  • Con chi mi sto alleando oggi?

AUTENTICITÀ
Dunque, Gesù cresceva. Come? Attraverso relazioni autentiche, cercate in modo autentico. Nel contesto della vita di Gesù non c’è dubbio che sia Lui a far crescere le persone che incontra lungo il suo cammino. Ma è altrettanto vero che anche lui cresce in tutti i suoi incontri. E cresce perché dona autenticità e ricerca autenticità. Gesù nei Vangeli si mostra come una persona affascinata dall’autenticità delle persone (per es. sua Madre, il Battista, Marta e Maria, la donna che tocca il suo mantello, il centurione, ecc…). la Trasfigurazione splendente di questa domenica non può che nascere dall’intimo di Gesù, dalla sua interiorità immensamente ricca di relazioni autentiche. Nella relazione efficace di Coaching è necessario che non si rimanga in superficie ma si aiuti a far venire fuori il meglio di ogni unicità e autenticità.

Dio si fida di te … Tu fidati di te.

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