Lun. Lug 29th, 2024

Come riporta Rocco Muscari su Gazzetta del Sud oggi in edicola, «all’esito dell’istruttoria dibattimentale, l’operatività della cosca Pelle-Vottari di San Luca – la cui esistenza veniva acclarata nell’ambito di diversi procedimenti celebrati nel distretto di Reggio Calabria e definiti con sentenze passate in giudicato – è emersa in entrambe le associazioni dedite al narcotraffico, a dimostrazione che tale ultimo settore costituisca ormai il fulcro del programma di tale sodalizio mafioso». È quanto si legge, in sintesi, nelle 947 pagine della motivazione della sentenza emessa nel febbraio scorso dal Tribunale di Locri all’esito del primo grado del maxiprocesso scaturito dall’operazione “European ’ndrangheta connection – Pollino” che si è concluso con 12 condanne per complessivi 172 anni di reclusione e 5 assoluzioni.

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Il collegio (composto dai magistrati Annalisa Natale nelle vesti di presidente relatore, Mauro Bottone di giudice relatore e Mariano Robertiello di giudice) ha richiamato l’attenzione sugli esiti investigativi e sui tre filoni relativi ad una prima associazione finalizzata al traffico di cocaina e hashish operante prevalentemente nel territorio nazionale, a una seconda associazione finalizzata al traffico di droga costituita da sottogruppi cooperanti tra loro e con cellule collocate in Germania, Olanda e Belgio e, infine, a una terza associazione mafiosa nella sua articolazione «denominata cosca Pelle-Vottari di San Luca avente quale attività criminosa principale il narcotraffico e che reinvestiva in parte i suoi proventi all’estero».

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