Dom. Lug 28th, 2024

La ricerca di un futuro migliore. La paura. La speranza. La disperazione che spinge a scappare dalla distruzione della guerra per imbarcarsi in un viaggio in alto mare che ha come metà la felicità.

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Amir nasce in un periodo complesso, il lockdown, che ha messo alla prova tutti sotto ogni punto di vista. Il libro, che è stato definito “figlio della DaD”, ha rappresentato per gli studenti e per gli insegnanti il luogo sicuro in cui rifugiarsi per evadere dalle scene raccapriccianti mostrate al telegiornale.

L’idea del libro, realizzato dagli alunni dell’attuale 2ASU del Mazzini e pubblicato dalla Woods editore, è nata durante le ore di educazione civica in seguito alla visione di un documentario su un centro di accoglienza sardo, che ha toccato profondamente l’animo della classe. Da quel momento, il libro ha iniziato a diventare realtà: tutti hanno dato il proprio contributo, mettendo per iscritto sentimenti che non aspettavano altro che essere tirati fuori.

Il protagonista è un bambino siriano di sette anni che, con la famiglia, vive sulla sua pelle la tragedia del conflitto che, dal 2011, logora la Siria impedendo a milioni di bambini di vivere serenamente quella che dovrebbe essere la fase più serena della loro vita.

Proprio per non negare l’infanzia al loro figlio, i genitori di Amir decidono di imbarcarsi alla volta dell’Italia, paese sconosciuto e nuova terra promessa.

Leggendo il libro, impreziosito dalle illustrazioni frutto della creatività degli studenti, si entra appieno nel mondo interiore del protagonista, ci si fa carico delle sue preoccupazioni e paure e lo si accompagna nel viaggio della speranza alla ricerca di una casa in cui costruire nuovi ricordi.

Alla presentazione del libro, che si è svolta oggi presso l’Auditorium dei Licei Mazzini di Locri, hanno partecipato gli studenti della 2ASU, che hanno curato la cornice scenica dell’evento leggendo i passaggi più toccanti dell’opera, la Prof.ssa Grazia Sofo che li ha guidati nella stesura del testo e Bruno Panuzzo, editore che ha reso il progetto una realtà tangibile. A loro si sono aggiunti Celestino Gagliardi, referente del progetto di accoglienza “Jungi Mundu” di Camini e Ibrahim Zakaria, ragazzo 23enne siriano, che ha vissuto in prima persona le ansie e le angosce di chi è dovuto fuggire da una guerra sanguinaria che ha spaccato un Paese e ucciso innocenti. Le parole di Zakaria, il racconto crudo, senza filtri, hanno dato vita ad Amir e a quanto scritto nelle pagine del libro. Zakaria, l’Amir in carne e ossa che oggi i ragazzi hanno conosciuto, ha voluto lasciarli con un messaggio importante: la speranza e l’importanza di non arrendersi neanche davanti alle difficoltà più estreme perché in questo mondo, seppur pieno di brutture, c’è ancora spazio per chi ha il coraggio di accogliere e per chi, invece, si lascia accogliere e apre il cuore alla differenza che diventa ricchezza e supera ogni pregiudizio.

Il libro ha un finale aperto e la storia non si è ancora conclusa perché le mani che l’hanno scritta hanno ancora tanto da dire e continueranno a tessere la tela di questo racconto, che ormai ha preso il largo proprio come la barca che condurrà Amir alla tanto sognata felicità.

Maria Antonietta Reale | redazione@telemia.it

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