Sab. Lug 27th, 2024

Papa Bergoglio ritorna a parlare di mafia.

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Ha rilanciato un dibattito che lui stesso aveva avviato in Calabria quando, il 21 giugno del 2014, scomunicò i mafiosi durante un accorato discorso pronunciato nella Piana di Sibari.

La reazione alla «scomunica» lanciata a Sibari contro padrini e picciotti, fu una maggiore consapevolezza collettiva del problema e  l’adozione di tutta una serie di documenti e regolamenti da parte delle diocesi per impedire qualsivoglia tipo d’infiltrazione criminale nelle parrocchie e nella manifestazioni di pietà popolare.

Si rivolge questa volta ai magistrati della Direzione nazionale antimafia. Parla a loro perché tutti ascoltino.  «Dio tocchi il cuore degli uomini e delle donne delle diverse  mafie, affinché si fermino, smettano di fare il male, si convertano e cambino vita. Il denaro degli affari sporchi e dei   delitti mafiosi   è denaro insanguinato e produce un potere iniquo». E aggiunge: «la mafia è espressione di una cultura di morte, è da osteggiare e da combattere e si oppone al Vangelo».

Il Pontefice di origine argentina ha voluto questa volta però aggiungere qualcosa rispetto a quanto affermato tre anni addietro a Cassano. Ha inteso indicare le cause dell’espansione e del consenso sociale ottenuti dalle mafie italiane. «Camorra mafia e   ’ndrangheta, sfruttando carenze economiche, sociali e politiche, trovano un terreno fertile per realizzare i loro deplorevoli progetti». Il messaggio è chiaro e riguarda il funzionamento complessivo della nostra società.

 

Questo  messaggio del Papa riceve una reazione positiva da parte del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ritiene «molto importante».

Per il procuratore di Catanzaro il «Il Papa parla il linguaggio della chiarezza» il discorso pronunciato nel 2014 da Bergoglio a Cassano è «un importantissimo spartiacque».  La “scomunica” pronunciata da Bergoglio segna un passo decisivo nei rapporti tra i “pastori” del Signore e gli “uomini di rispetto”. Rapporti che non potranno piu’ essere equivoci.

«il Papa è autorevole e, soprattutto, credibile- afferma ancora Gratteri.

Mi sento sommessamente di dire che credo debba parlare ai politici che hanno gli strumenti per cambiare le cose e non lo fanno.   I cittadini sanno perfettamente qual è la situazione ma non possono fare nulla. I magistrati,a loro volta, applicano le leggi che ci sono. In Parlamento, al contrario, chiunque può presentare un articolato di legge e chiedere che venga discusso, esaminato e condiviso».

Bergoglio è molto popolare e la gente ne apprezza le doti di coraggio e schiettezza. «Il Papa è un grande comunicatore» conferma Gratteri «ed ha ridato ossigeno alla Chiesa. Ritengo sia stata la migliore scelta possibile in un periodo di grande crisi di vocazioni religiose».

Carmen Fantò

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